Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, parla di Covid-19 e della situazione italiana: “Si è perso lo spirito della sfida comune, quello che ha segnato l’emergenza di marzo e aprile”.
“Sul fronte ospedaliero stiamo tenendo, almeno in Veneto. È sul piano sociale che la situazione mi preoccupa, perché è lì che si consuma la vera battaglia. È cambiato tutto rispetto alla prima ondata di primavera: il Covid non sembra più un problema della comunità, ma del singolo che viene contagiato, del paziente che finisce ricoverato. Siamo passati dal noi all’io. E così rischiamo di perdere la guerra all’epidemia” afferma.
In merito al Veneto che, nonostante i numerosi contagi rimane in zona gialla grazie alla buona tenuta del sistema sanitario: “E’ da un lato un riconoscimento del nostro lavoro, dall’altro mi preoccupa che questo venga percepito come un messaggio per abbassare la guardia e darsi alle feste. Oggi abbiamo un numero assoluto di positivi di 3.200 circa. Ma facciamo 15 mila tamponi molecolari al giorno, più 10-15 mila rapidi: quasi trentamila”.
“Sul fronte ospedaliero stiamo tenendo e funziona la medicina territoriale , su quello sociale meno. Gli assembramenti dello scorso fine settimana nelle nostre città fanno riflettere. E scoraggiano” prosegue.
“Contro gli assembramenti bisogna lavorare tutti insieme, a livello nazionale. Se tutti facessimo ricorso, in maniera direi ossessiva, alla mascherina, se curassimo l’igiene delle mani ed evitassimo uscite e scampagnate, potremmo vivere senza restrizioni. Il lockdown sarebbe una sconfitta, la conferma che non siamo stati capaci di rispettare regole basilari. Ma sarebbe una tragedia immane sotto l’aspetto economico” continua.
“Dico una cosa: la salute dei cittadini viene prima di tutto. Ma non possiamo assistere nei prossimi mesi alla gente che si butta dai balconi per la disperazione” conclude.