Lo rivela uno studio britannico, a quanto pare bambini ed adolescenti sono i soggetti che hanno risentito di più degli impatti mentali del Covid-19.
Oltre che sul fronte economico e politico la pandemia di coronavirus SARS-CoV-2 sembrerebbe avere avuto un impatto devastante anche sull’aspetto sociale in molti paesi, in particolare da quelli colpiti da una seconda ondata, dove i governi sono costretti a controllare la vita delle persone per evitare il contagio.
Molti soggetti infatti sembrano aver subito grossi danni alla propria pische per essere stati privati delle proprie libertà individuali a partire dalla scorsa primavere. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato alla rivista World Psichiatry, che il disagio mentale è in crescita ovunque. La categoria sociale ad aver sofferto di più il cambiamento sono bambini ed adolescenti, privati della loro routine e di conseguenza delle esperienze formative che aiutano a crescere. A dimostrazione di questo fenomeno è stato pubblicato di recente uno studio britannico che mette a confronto le menti dei giovani del 2017 con quelle del 2020.
La ricerca è stata realizzata con il patrocinio del National Health Service, il Dipartimento di Sanità e Assistenza Sociale Britannico ed è stata condotta in base agli studi delle università di Cambridge, Exeter e il National Center for Social Research. Gli studiosi hanno preso in esami ragazzi dai 5 ai 22, ed attraverso un questionario messo in comparazione con istruzione, servizi, ansia e preoccupazioni sperimentate nell’ultimo periodo, per poi essere confrontati con i dati del 2017.
Secondo i risultati nel 2017 un soggetto su 9 tra i 5 e 16 anni è stato notato come affetto da disturbi mentali, quest’anno la proporzione è aumentata ad uno ogni sei, valido per il 16% della categoria. L’aumento si è notato anche specialmente tra le ragazze tra i 17 e 22 anni, il 27,2% di loro avrebbe sperimentato dei disturbi psicologici, più del doppio rispetto a tre anni fa. Tra di loro ben il 63,8% aveva ascoltato discussioni di adulti e familiari provando ansia e disagio oltre che stress tra i più piccoli. Oltre metà tra bimbi ed adolescenti presi in esame hanno avuto delle difficoltà nel dormire, segno principale di disturbi psichiatrici, ed altrettanti hanno spiegato che il lockdown ha peggiorato la loro vita.
Ora la preoccupazione è che oltre a creare delle difficoltà nelle vite dei giovani in questo momento possano portare a problemi di carattere post-traumatico nel lungo termine come ha specificato il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, in particolare tra le persone più deboli ed esposte nella società.