Queste storie, che sembrano rappresentare la società degli anni Ottanta dove i giovani si ammalavano di Aids ed epatite, raccontano uno spaccato turbolento della nostra società. A questa emergenza il sistema sanitario nazionale non sa più come rispondere. Negli ultimi 5 anni la situazione è raddoppiata ovunque, indistintamente dal nord a sud. I Tribunali per i minorenni registrano un forte aumento tra i cosiddetti “baby-consumatori”: in media i bambini iniziano ad assumere droghe a 12 anni.
Il problema è che in Italia scarseggiano le cliniche terapeutiche per i minori con problemi psichici causati dalle droghe. E così i bambini si ritrovano a condividere i propri disagi mentali con gli adulti, dove in realtà non potrebbero stare. Questi ragazzi, oltre a rischiare di essere privati della vita proseguendo nella loro tossicodipendenza, vengono di fatto allontanati dalle famiglie poiché queste cliniche si trovano a diverse centinaia di chilometri dalla loro residenza.
I minori ed i giovani adulti (ovvero quella fascia di età tra i 18 ed i 25 anni) in carico presso gli uffici dei servizi sociali per i minorenni sono circa 20.466, oltre 7mila sono arrivati in quest’ultimo anno. Questi numeri però rappresentano solo una stima approssimativa: mancano infatti tutti quei ragazzi che non sono conosciuti ai servizi sociali e quelli che si sono rivolti direttamente a strutture private.
Quando il richiamo della droga è allettante (una dose di eroina a Rogoredo costa circa 2 Euro) è facile cadervi in tentazione. E quando anche quei pochi spiccioli non bastano, si passa alla prostituzione, spesso sono propri i fidanzati ad offrire la propria donna in cambio di una dose. Una situazione drammatica che sta sfuggendo di mano.