L’Australia occidentale è rimasta profondamente turbata da questa triste vicenda di cui è protagonista la 14enne Rochelle Pryor. La ragazzina ha subito a lungo atti di bullismo e a causa di ciò si è infine suicidata.
Poche ore prima che il papà la trovasse impiccata nella sua cameretta, Rochelle aveva scritto sui social queste parole: “Una volta che me ne sarò andata, il bullismo e il razzismo si fermeranno“.
La madre di Rochelle a Metro racconta che i problemi di sua figlia sono cominciati dopo una lite con alcuni compagni di classe. Uno dei motivi principali che hanno però spinto da tempo i bulli a prendersela con lei erano le sue origini aborigene. Non si tratta del primo caso di giovani aborigene prese di mira da bulli per la loro “diversità“. Ed anche altre studentesse dello stesso gruppo etnico hanno scelto lo stesso gesto estremo del suicidio.
Stando alle parole dell’avvocato indigeno Hannah McGlade, pare esista un collegamento ben preciso tra i suicidi nella comunità aborigena e la violenza domestica e le violenze sessuali sui minori. Sono stati infatti chiesti provvedimenti per tentare di aiutare i giovani nell’affrontare le situazioni di bullismo e più in generale le loro tante problematiche quotidiane.