La notizia sta facendo molto discutere nelle ultime ore, ma ormai la decisione è stata presa, “serve riequilibro”.
Ormai è ufficiale, la provincia di Belluno ha dato l’ordine di abbattere 3234 esemplari di cervi, troppi danni ai boschi e all’agricoltura secondo l’amministrazione.
“L’obiettivo dell’abbattimento è il riequilibrio. I danni che provocano questi ungulati sono pesanti per agricoltura e biodiversità senza dimenticare i pericoli per chi viaggia sulle nostre strade”: spiega il consigliere provinciale alla caccia e alla pesca Franco De Bon.
Rispetto allo scorso anno c’è infatti stato un aumento del 20% di questi animali, per questo motivo la stagione di caccia quest’anno aprirà in anticipo. Il tutto è stato concesso dalla Regione Veneto, Ispra e l’Istituto Superiore per la protezione ambientale.
Dopo Ferragosto via alla caccia dunque, saranno abbattuti anche piccoli e femmine, a cui andranno ovviamente a sommarsi mufloni, camosci e caprioli.
“Le stime dello scorso anno ci dicono che avevamo all’incirca 40mila capi in provincia, escluso il territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: 10.400 cervi, 13.600 caprioli, 2.400 mufloni, 7.250 camosci, a cui dobbiamo aggiungere un numero imprecisato di cinghiali, in fortissima crescita” : ricorda l’assessore.