Si aggrava il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito l’area della Turchia Orientale. Secondo i recenti dati ufficiali, provenienti dalla protezione civile di Ankara, le persone che avrebbero perso la vita sarebbero 31. I feriti sarebbero oltre 1600. I soccorritori, però, continuano a scavare in cerca di sopravvissuti. Infatti, sono già state estratte vive dalle macerie 45 persone. Tra queste, una donna incinta di 6 mesi, rimasta intrappolata per più di 12 ore, e una bambina di soli 2 anni insieme alla mamma.
Nel frattempo, però, l’allarme non smette di cessare. La scossa di magnitudo 6.8, verificatasi nella serata di venerdì 24 gennaio, che ha causato il crollo di numerosi edifici e ha causato la morte di moltissime persone, non è l’unica. Nelle scorse ore, infatti, la terra ha continuato a tremare. Gli osservatori hanno contato circa 200 episodi di assestamento, di magnitudo superiore a 4. Una scossa che si è verificata nella serata di ieri, invece, ha raggiunto addirittura un magnitudo di 5.1. Si temono, quindi, delle scosse di terremoto più intense e nuovi crolli.
A riguardo, il presidente turco Recept Tayyip Erdogan ha dichiarato, in modo incoraggiante: “Abbiamo già vissuto numerosi terremoti, ma il nostro popolo è sempre riuscito a superare queste prove”. Tuttavia, dopo aver partecipato ai funerali di due delle vittime del sisma, ha assicurato l’aiuto delle istituzioni nei confronti di tutte le persone colpite.
Come riportato dall’Ansa, Aybige Akinci, sismologa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha spiegato che la Turchia è una “zona altamente sismica”. Per questo, è sempre stata teatro di numerosi terremoti, anche piuttosto disastrosi. L’esperta ha ricordato il terremoto di magnitudo 7.2, avvenuto nel 1999 sulla Faglia Nord Anatolica. Tale evento aveva causato più di 17.000 vittime. Allo stesso tempo, Aybige Akinci ha spiegato che, già da diversi anni, la Turchia ha messo in atto un progetto di ricostruzione e messa in sicurezza di numerosi edifici, al fine di prevenire ulteriori simili tragedie.