Il violento terremoto avvenuto questa mattina tra Lazio e Marche ha causato irreparabili danni a cose ma soprattutto persone. Si contano le vittime, molte delle quali ancora sotto alle macerie.
Diretto il Sindaco, che definisce Amatrice come il “paese che non c’è più”, letteralmente raso al suolo.
Tra le varie strutture che sono state abbattute dal violento sisma, c’è da segnalare un edificio in particolare: la Scuola, uno degli edifici più moderni.
La Scuola di Amatrice, inaugurata nel 2012, è stata anch’essa devastata in modo irreparabile come si può vedere da questa immagine, seppur terminata di costruire da solo quattro anni.
Non solo la facciata, ma anche il suo interno, ha subito delle conseguenze devastanti e, seppur non è il momento di far nascere sterili polemiche, qualche dubbio nasce.
Com’è possibile che una Scuola terminata di costruire solo 4 anni fa, ipotizzando sia stata edificata con tutte le varie indicazioni anti-sismiche, considerato il luogo ad alto rischio, sia stata quasi completamente frantumata dal terremoto?
Il terremoto è stato così violento da far cadere un edificio anti-sismico? Oppure la Scuola non rispettava tutte indicazioni di sicurezza?
Eppure l’ingegneria sismica ha dimostrato più e più volte quanto le tecniche anti-sismiche siano in grado di assicurare, anche in maniera efficace, una protezione totale della struttura edificata.
La situazione nel paese è tragica, così come in tutta la zona, e non è sicuramente il caso e il momento di fare delle inutili ed affrettate analisi.
Ma c’è solo una domanda che viene spontanea porsi: se questo maledetto terremoto fosse avvenuto in periodo scolastico, quando insegnanti, studenti e personale non docente si trovavano all’interno della Scuola, cosa sarebbe avvenuto?
Avremmo dovuto parlare di terremoto devastante o ennesimo caso di negligenza e trascuranza di come dev’essere tirata su una struttura contenente bambini e ragazzi?
Contro la natura siamo impotenti. Contro l’incuranza, quando ci sono bambini di mezzo, siamo arrabbiati.
Ma oggi è il giorno del dolore.
….come recita l’articolo in fondo pagina “….ma oggi è il giorno del dolore….” che spero non sia stato messo lì a scopo “irriverente” ma come sincero dire. Siamo sempre pronti a “sparare a zero” anche nel momento in cui bisognerebbe pensare a salvare vite anziché fare “Gossip”. Tutti li, col fucile puntato, pronti a premere il grilletto prima ancora di aver individuato “la preda”. Tutti esperti, tutti competenti, tutti li a cercare il marcio da sbattere in prima pagina, per poi, con un trafiletto di poche righe in ultima pagina, star li a dire che “….in effetti ci siamo sbagliati….” perché chiedere scusa non ha lo stesso peso di accusare….. Se responsabilità sussistono dovranno essere vagliate da chi di competenza e nel giusto momento, è ormai facile “fare cronaca” con la certezza dell’accoglienza sicura da parte di chi non crede più a niente ed a nessuno, un clima ed uno stato d’animo sicuramente indotti da uno Italia che ha permesso mille abusi. Sono però stanco di questa “faciloneria” e mi ritengo sempre garantista, contro il facile e gratuito “modus” di innestare il sospetto su ogni cosa. Scusatemi, ma l’assistente ad articoli di così facile composizione mi infastidisce e mi irrita, oltre che indispormi nei confronti di chi, giornalista, non “scandisce i tempi” e propone articoli rticoli di facile presa . Mio semplice e personale pensiero……
La scuola aveva più di 70 anni… Era stata ristrutturata, con anche adeguamenti sismici, nel 2012. Ma le strutture e il progetto è di più di 70 anni – sigh.
Non facciamo sciacallaggio per favore…
Oh Triste che mestiere fai? Forse il politico. Questi sono i risultati di modus operandi ormai da diversi lustri implementati e ostinatamente iterati di corruzione, malaffare e demerito, purtroppo siamo tutti una famiglia e non si sputa sul piatto dove si mangia. Amen…
Il signor Tropea non ha inteso il senso tragicamente ironico della frase finale dell’articolo e tutto il Suo fuorviante ragionamento anticipa scenari di normalità giudiziaria dai quali siamo molto lontani. Questo è il momento dello sforzo collettivo per superare l’emergenza e salvare vite, ma la storia recente e meno recente insegna che con il calo dell’ondata emozionale diventa sempre più difficile costringere la maggioranza degli imbavagliati e ricattati giornalisti italiani della carta stampata o della TV di regime a fare il proprio mestiere. Denunciare, accusare, anche un solo “abuso” anche una sola omissione che ha messo a repentaglio la vita di una comunità, in questo preciso momento , non è “gossip” caro signor Tropea, è un dovere civico ed umano, prima ancora che giornalistico , è il rispetto che si deve a queste morti. Pertanto, ben vengano articoli di giornalisti del web, magari improvvisati, ma certamente non prezzolati.
Per carità….lei ed il dovere civico!! Bisogna controllare, certo, ma è come chiedere cosa ha lasciato un parente morto ancora caldo nella sua bara…..e scusate l’esempio macabro che in ogni caso rende l’idea di mio pensiero!!