Controlli e telecamere nelle scuole. Questo è un argomento sempre molto dibattuto e che solleva non poche polemiche. È davvero giusto che la scuola sia trattata come un ufficio pubblico? Il segretario generale della Uil Scuola si interroga proprio su questo argomento: «Telecamere e nuovi sistemi di verifica della presenza: ancora una volta si considera il sistema scolastico un grande ufficio pubblico in cui svolgere atti e scartoffie burocratiche».
Poiché questo argomento, come detto in precedenza, è più che mai attuale, il segretario fornisce il proprio punto di vista, soprattutto ora che è stato dato il via libera della Commissione Lavoro del Senato. A breve quindi il progetto potrebbe concretizzarsi.
Il segretario della Uil Scuola Pino Turi dichiara: «Ancora una volta dobbiamo ricordare le specificità della scuola che con l’ultimo contratto ha rimesso al centro della propria azione i diritti degli alunni e delle famiglie, la comunità educante una comunità che funziona se vi sono riconosciute le peculiarità che le affida la funzione statuale e non se viene considerata un mero servizio pubblico. Un luogo di libertà e creatività quello della scuola che non può e non deve essere omologazione, ma volano di crescita civile».
Dunque prosegue: «La scuola deve essere sottratta dalle logiche burocratiche e da quelle impiegatizie va riaffermato chiaramente il ruolo degli insegnanti, professione che non si svolge in una struttura burocratica ma nella comunità scolastica. Con i provvedimenti che si vorrebbero far passare si continua, invece, nel solco della legge ‘buona scuola’: si gerarchizza il lavoro come se si trattasse di una caserma o, nel caso delle telecamere un luogo di rieducazione».
Parole dure quelle di Pino Turi, ma che sono in grado di centrare perfettamente il punto.