Inutile nascondersi dietro un dito: internet fa parte di noi ed accompagna le nostre giornate. Ma il rapporto dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) mette in luce un’interessante statistica che forse può farci compiere qualche considerazione.
Nel lontano 2012, l’anno in cui si è svolto il Pisa (Programma per la valutazione internazionale dello studente), gli studenti navigavano nel web molto poco, “appena” 17,5 ore a settimana, che si traducono in 2 ore e mezza al giorno comprese le domeniche. La media Ocse si attestava intorno alle 21 ore settimanali.
Ma qualcosa è cambiato. Secondo l’ultimo rapporto Ocse datato 2015 c’è stato un notevole incremento per quel che riguarda le ore settimanali passate sul web dagli studenti: ben 30,5 ore settimanali mentre la media Ocse si attestava intorno alle 29. È stato abbondantemente colmato il gap digitale che aveva l’Italia con il resto d’Europa.
Da Parigi vengono fatte alcune considerazioni riguardo il binomio internet-apprendimento: “Esistono modi innovativi, efficienti e promettenti in cui il digitale può essere utilizzato nella didattica, ma fino a quando non diventeranno la norma, è meglio adottare l’approccio coreano: trascorrere una quantità moderata di tempo in internet e ancor meno nei giorni di scuola”.
A quanto pare, usare in maniera massiccia internet nei giorni di scuola non aiuta gli studenti italiani, infatti dall’Ocse affermano: “Le prove suggeriscono che gli studenti più connessi si comportano peggio nelle prove Pisa, in particolare quando usano internet massicciamente nei giorni di scuola”