È un momento storico per la Svizzera. Nella giornata di ieri, 9 febbraio 2020, si è tenuto il referendum per approvare o abrogare una nuova legge. In base alla norma, l’omofobia, ovvero la discriminazione delle persone sulla base del loro orientamento sessuale, è ora illegale. Questa legge è stata approvata da oltre il 63% dei votanti. Nello specifico, gli elettori che hanno espresso il loro sì sono così ripartiti: l’80,2% nel Canton Vaud, il 76,3% a Ginevra, il 63,5% a Zurigo. Ci sono stati comunque dei “no”, che hanno prevalso in tre piccoli cantoni germanofoni situati nel centro e nell’est della Svizzera.
La legge contro l’omofobia era però stata depositata nel 2013. Solo nel 2018, il Parlamento aveva fornito la sua approvazione. In questo modo, il governo e la maggioranza dei partiti avevano appoggiato il testo della norma. Contro questa disposizione, invece, sia i Giovani dell’Unione democratica di Centro (Udc) sia l’Unione democratica federale (Pdf), un partito di matrice cristiana conservatrice. Fin da subito, entrambi i due partiti contrari avevano dichiarato la loro volontà di combattere contro due questioni principali: il “matrimonio per tutti” e l’adozione di bambini aperta anche per le coppie omosessuali. Hans Moser, presidente dell’Udf, ha dichiarato dopo la fine del referendum: “Continueremo a difendere i valori cristiani“.
Nonostante ciò, la legge è stata approvata. In questo modo, il Codice penale svizzero si è arricchito con l’introduzione di una protezione nei confronti della comunità Lgbt. È infatti un’estensione di una norma già presente nell’ordinamento penale e che punisce ogni forma di razzismo, basato sulla razza, etnia o religione. Attraverso la nuova norma, l’omofobia viene dunque punita esattamente come il razzismo. Tuttavia, la disposizione non può essere applicata in un gruppo di amici o nell’ambito familiare. Invece, ristoranti, trasporti, cinema o alberghi non potranno rifiutarsi di far entrare qualcuno solo in base al suo orientamento sessuale.
Mathias Reynard, il parlamentare socialista che ha contribuito alla stesura del testo della norma, ha commentato: “Un magnifico segnale. L’odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese“.