Uno studio condotto dal Trends in International Mathematics and Science Study ha messo in luce un dato che fa riflettere: gli alunni che passano molte ore della giornata con un pc od un tablet tra le mani vedono diminuire drasticamente il loro rendimento in matematica. Notizia inaspettata oppure era facile prevederlo? L’indagine non riguardava solo le competenze matematiche, ma riguardava anche le scienze. Allo studio hanno preso parte i bambini di 4 elementare e di 3 media di mezzo mondo.
Nel test gli alunni che usano frequentemente la tecnologia hanno totalizzato 481 punti, mentre gli studenti che usano regolarmente carta e penna per svolgere i propri compiti hanno totalizzato 522 punti, distaccando di gran lunga gli altri.
Non molto diversi i risultati ottenuti dalle prove dei ragazzi della 3 media: i più tecnologici hanno totalizzato 484 punti mentre gli altri hanno ottenuto un punteggio di 494.
A fare alcune considerazioni riguardo a questi risultati ci ha pensato il pedagogista Benedetto Vertecchi. Secondo lo studioso la differenza fra gli alunni digitali e gli alunni che usano moderatamente la tecnologia risiede in un motivo cognitivo ed in uno sociale. I bambini che abusano del computer sono abituati ad avere un atteggiamento passivo e sono portati a usare meno la testa inoltre fanno anche meno movimento fisico. Vertecchi spiega anche le motivazioni sociali, dove i bambini socialmente più avvantaggiati usano di meno il computer rispetto ai loro coetanei che vivono in un contesto svantaggioso. Secondo il pedagogista quindi sono meno sollecitati e si sviluppa conseguentemente uno stato di passività.
Benedetto Vertecchi conclude dicendo che in alcuni paesi europei si fa maggiore attenzione riguardo all’età minima per utilizzare certe tecnologie, facendo allusione al fatto che in Italia ancora non si riesca a prendere una decisione al riguardo.
Paolo Mazzoli, il direttore generale dell’Invalsi, non è molto d’accordo con le conclusioni tratte dal pedagogista: “Più che il computer in se stesso credo che a incidere maggiormente sui risultati sia l’uso che si fa dello stesso. Oggi ci sono ragazzi che fanno cose egregie col computer anche a livello di studio, come la simulazione di esperimenti. E penso pure che questi dati siano condizionati dal livello di interesse che mostrano i ragazzi per lo studio. E poi i risultati sono una conseguenza. Aspetterei la prossima tornata di test, nel 2019, per analizzare questo aspetto”