Una decina di anni fa, guardavo gli studenti della mia università dividersi in gruppi e lavorare sulle panchine dei corridoi, sul pavimento negli angoli, seduti ai tavoli.
Notavo come i bambini, nell’infanzia, fossero in grado di imparare da seduti, in ginocchio, accovacciati sotto un tavolo, persino nascosti dietro una casetta di legno.
E allora ho pensato: perché lavoriamo esclusivamente dietro ad un banco, su una sedia? Perché impedire agli studenti di muoversi? Non potremmo educare gli studenti a riconoscere le postazioni in cui lavorano meglio?
Le prime classi che ho adattato al flexible seating sono state la prima e la seconda elementare, grazie ad un banco da lavoro pieghevole e a un divano. Questi cambiamenti non sono costati niente (ho trovato tutti i mobili in uno sgabuzzino).
Ho creato nicchie in giro per la classe, così che gli studenti potessero sedersi o sdraiarsi sul tappeto e lavorare su tavolette per prendere appunti. Ho lavorato insieme alla psicologa della scuola per studiare un modo per rendere disponibili sgabelli e cuscini ergonomici per tutti gli studenti.
Di recente, il dirigente scolastico della mia scuola si è impegnato ad accrescere questi posti a sedere flessibili, stanziando fondi per tavoli più alti su cui poter studiare in piedi, sgabelli a forma di fungo, tavoli reclinabili, sedie a dondolo e molto altro.
Le domande che mi sento rivolgere più spesso sono: “che mi dici della gestione delle classi? Lasci che siano gli studenti a scegliere dove sedersi? Vengono a crearsi litigi? E se I ragazzi non fossero in grado di gestire questa libertà?”
Bisogna pianificare la transizione verso i posti a sedere flessibili seguendo alcuni accorgimenti:
• Prevedere una varietà di posti a sedere;
• Avere una definizione chiara di quale comportamento ci si aspetta;
• Stabilire dell linee guida che regolino dove e come lavorare;
• Considerare le conseguenze di un abuso di questa libertà.
Un’educazione consapevole al Flexible Seating
Grazie ad una pianificazione attenta e ad aspettative chiare, molti studenti sapranno trarre il meglio da questo tipo di ambiente scolastico. Idealmente, diventando più grandi, i ragazzini delle scuole elementari continueranno a scegliere quali postazioni di lavoro funzionano meglio per loro.
Se vogliamo che gli studenti apprendano in un ambiente flessibile, dobbiamo essere chiari su cosa ci aspettiamo da loro.
All’inizio dell’anno, definisco le regole di base per aiutare gli studenti ad abituarsi (insieme alle classiche regole che stabilisco in ogni classe). I miei alunni comprendono che i posti a sedere flessibili sono un privilegio che va usato in sicurezza, rispettosamente e responsabilmente, e – soprattutto – che deve aiutarli ad imparare.
Se una postazione di lavoro li distrae, li riprendo e vado avanti con la lezione. Se quella postazione continua a non funzionare per loro, li invito ad utilizzare le sedie e i banchi tradizionali e a provare quelli flessibili un’altra volta.
Nelle mie classi, gli studenti hanno a disposizione banchi in cui sedere normalmente, sulle ginocchia o ai quali poggiarsi stando in piedi. Queste postazioni di lavoro vengono assegnate in modo diverso in base alle necessità.
In più, assegno ad ogni studente una nicchia in cui lavorare in base ad una rotazione settimanale. Le nicchie sono posti in cui gli studenti possono rintanarsi per leggere o studiare. Assegnare preventivamente i posti previene eventuali conflitti scaturiti dalla rivalità per ottenere un posto ambito e permette di iniziare subito a lavorare.
Flessibilità nel corso della giornata
La produttività cala dopo i primi 20 minuti, indipendentemente dal posto a sedere, perciò gli studenti non lavorano alla stessa postazione per molto. A volte dico agli studenti di lavorare nelle nicchie, altre nella zona dei banchi (seduti, in ginocchio o in piedi), e/o ai tavoli di gruppo, in base al tipo di attività. Con il passare del tempo, gli studenti guadagnano più libertà nel poter scegliere quale posto faccia al caso loro.
Quando sviluppate le vostre opzioni per i posti a sedere, considerate le necessità relative ad attività differenti:
• Blocchi rigidi per scrivere;
• Superfici piatte per svolgere I compiti;
• Comfort per leggere piacevolmente;
• Stabilità per computer o altri dispositivi elettronici.
Il Flexible Seating non è una panacea
Offrire diverse opzioni ai vostri studenti potrebbe non avere risultati differenti rispetto all’assegnare loro posti a sedere tradizionali. Così come i banchi e le sedie a cui siamo abituati non funzionano per tutti, potrebbe non funzionare nemmeno il flexible seating.
Uno dei miei studenti, dopo aver provato tutti gli altri posti a sedere, preferisce comunque sedere al banco. Altri studenti semplicemente non riescono ad abituarsi alle nuove opzioni. Ad esempio, uno dei miei studenti non riesce a stare seduto in ginocchio perché finisce quasi sempre per farsi male con qualche sedia o sgabello vicino. Insegnare agli studenti a scegliere il proprio posto è un processo.
Lavoriamo insieme alla psicologa della nostra scuola per dare il sostegno migliore ai nostri studenti. Ci assicuriamo che gli sgabelli siano delle dimensioni giuste e che non vengano usati per troppo tempo. Gli specialisti con cui abbiamo parlato consigliano di non utilizzare gli sgabelli o i palloni per gli esercizi per più di 20 minuti (parlate con gli specialisti della vostra scuola per andare incontro ai bisogni dei vostri studenti).
I cuscini in gomma e gli sgabelli mobili possono essere usati più a lungo, ma sarebbe meglio non utilizzarli tutto il giorno. Occorre che gli studenti capiscano di avere a che fare con degli strumenti, non con dei giocattoli, e di doverli usare nel modo giusto. Nonostante i diversi posti a sedere vengano assegnati tenendo conto dei bisogni individuali degli studenti, possono essere utilizzati da tutti. Utilizziamo gli stessi strumenti in tutta la scuola, in modo da mettere tutti d’accordo e creare le stesse aspettative in ogni classe.
Un’educazione consapevole al flexible seating può creare opzioni entusiasmanti per tutti. Avanti, fate un tentativo! I vostri studenti vi sorprenderanno con una produttività mai vista prima.
John S. Thomas