La preside di un liceo di Napoli è stata condannata ad un mese di carcere, con pena sospesa, perché un suo studente è caduto di sotto dopo la rottura di un lucchetto che chiudeva la porta di un solaio, finendo in coma.
L’Ansa riporta quanto stabilito dalla Cassazione: “Il preside di una scuola è responsabile della sicurezza degli allievi – la cui incolumità non può essere garantita da “misure artigianali” come i lucchetti – come se si trattasse di suoi dipendenti, e le scuole vanno considerate come luoghi di lavoro, non importa se il preside non è il proprietario e non ha poteri di spesa per tamponare i rischi. Il dirigente deve attivarsi innanzitutto con un piano antirischio che non sottovaluti alcun dettaglio, nemmeno le magagne che risalgono alla notte dei tempi, e poi deve sollecitare l’intervento delle Province senza ricorrere a soluzioni ‘fai da te’.”
L’uso del lucchetto è stato ritenuto insufficiente perché “accidentalmente, anche solo per rinfrescare l’aria come avvenuto in questo caso che risale al sette luglio 2011, il lucchetto può essere rimosso”. Inutili anche i cartelli di allerta “dato che il ragazzo precipitò dopo essere inciampato nella battuta a terra della porta privata del lucchetto dalla bidella.”
Quest’ultima è stata giudicata non colpevole perché “non aveva ricevuto formazione sui rischi”. Si legge ancora che “Le situazioni che presentano fattori di insicurezza vanno risolte senza ‘mezze misure’. La preside è stata giudicata colpevole per “il mancato inquadramento ‘ab origine’ del rischio rappresentato dalla presenza di aperture coperte da fragili cupolini di plexiglass e sia per la insufficiente gestione successiva del rischio”.
Ora si dovrà stabilire la somma del risarcimento, dopo i 15.000 euro già decisi.