Se vi dicessi che esiste un insegnante di un liceo che per spiegare la sua materia, cioè la Biologia, balla, canta o gioca con i suoi studenti, ci credereste?
Se vi dicessi che ce n’è un altro che tralascia quasi il 40% del programma ministeriale per dedicarsi a creare nuovi lavori, definiti Start-Up, con i suoi studenti per garantire loro un futuro diverso in una zona ad alto tasso di disoccupazione giovanile, lo licenziereste?
Se continuassi a dirvi che ce n’è un’altra che invece di organizzarsi nella classica lezione frontale, spiega la sua materia tramite videolezioni su Skype, chiamereste l’ispettorato del Ministero?
E se un’altra ancora si formasse e si specializzasse per svolgere quello che definisce “Insegnamento grintoso” ? Oppure se una maestra non usasse i libri scolastici per far leggere ai suoi alunni fino a 40 testi di narrativa? E se un professore con gravi difficoltà di apprendimento da studente ai tempi della Scuola, diventasse un insegnante pluripremiato nel suo Stato per l’alto livello di preparazione e approfondimento che ha sviluppato negli anni? Mi prendereste per pazzo?
Niente affatto!
Vi ho solo anticipato quelle che sono le 50 storie dei finalisti del Global Teacher Prize, il Premio Nobel per l’insegnamento, che ha il compito di selezionare tutti quei docenti che svolgono una professione extra-ordinaria premiando quello più “straordinario” al fine di valorizzare il ruolo dell’insegnante a livello internazionale.
Le storie sono raccontate dagli studenti dell’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce che per segnalare il più alto numero di insegnanti italiani alla seconda edizione del Nobel per l’insegnamento hanno fondato il sito-servizio MASTERPROF che noi di Your Edu Action abbiamo appoggiato e promosso dal primo momento di incontro.
Le storie che andrete a leggere potrebbero entusiasmarvi ed ispirarvi oppure lasciarvi indifferenti: questo perché le storie raccontano di ciò che alcune persone, definibili colleghi, svolgono all’interno (o in alcuni casi all’esterno) delle mura scolastiche con le stesse difficoltà di qualsiasi altro insegnante: dalla bassa retribuzione al sistema scolastico inefficiente, dalla scarsa considerazione sociale alle gravi difficoltà economiche o strutturali del territorio. Nessun privilegio, nessun ruolo di prestigio!
I docenti di cui leggerete provengono da tutti i continenti: dal Bronx NewYorkese passando per le scuole africane dell’Uganda e della Tanzania, attraversando i prestigiosi istituti americani o quelli malmessi di India e Azerbaijan arrivando fino alla città di Lecce e la provincia di Rovigo.
Nient’altro da aggiungere. Per scoprire tutte le storie dei finalisti clicca qui:
LE STRAORDINARIE STORIE DEI 50 FINALISTI AL GLOBAL TEACHER PRIZE 2015