“Spero nella Scuola Senza Voti, Mio Figlio Ha Preso 3, Così È Offensivo”: Tutta La Desolazione della Direttrice del Salone del Libro

Nell’ambito dell’istruzione, i voti scolastici sono da sempre un pezzo importante nel viaggio educativo degli studenti. Ma le parole di Annalena Benini, da lei dette su Il Foglio, ci fanno riflettere su quanto questi punteggi possano incidere sulla mente degli studenti.

Annalena Benini, giornalista e scrittrice, ora direttrice del Salone del Libro di Torino, ha espresso la sua delusione per il 3 ottenuto da suo figlio in una verifica. Quel 3, per lei, non era solo un numero; rappresentava una sconfitta e un colpo alla speranza di suo figlio. Questa reazione emotiva ci fa capire quanto sia importante comunicare i voti agli studenti in modo che non li demotivino.

Il 3 ottenuto dal figlio di Benini ha generato disperazione, facendogli pensare che non avrebbe potuto recuperare. Questo atteggiamento negativo può portare allo scoraggiamento e al distacco dalla scuola, come è successo al giovane di questa storia. Annalena Benini immagina una scuola senza voti, ma è cruciale capire che i voti hanno un valore educativo quando usati nel modo giusto.

I voti non dovrebbero essere solo numeri, ma segnali del progresso e dello sforzo degli studenti. Un 3 potrebbe indicare spazio per migliorare, ma non dovrebbe essere visto come una condanna. Dovrebbe, invece, essere uno stimolo a studiare di più. È essenziale insegnare ai giovani che i voti valutano le loro abilità in un dato momento e che il miglioramento è sempre possibile.

Alcuni vedono un 3 come una sfida, ma i più giovani possono percepirlo come un ostacolo invalicabile. Quindi, è compito degli educatori trovare modi per comunicare i voti in modo costruttivo, sottolineando l’importanza dell’apprendimento continuo.

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