Il problema della continuità didattica per alunni con disabilità torna a far riflettere; ed in particolare S. Nocera, in un recente articolo, si sofferma sul fatto che tale continuità non venga garantita e su come adoperarsi affinchè ciò avvenga, e lo fa con le seguenti affermazioni: “per contenere seriamente il corto circuito sulla continuità didattica degli alunni con disabilità, che permane inarrestabile, ben venga l’immissione in ruolo delle migliaia di attuali docenti specializzati precari; ma occorre augurarsi ancor di più che il Governo “del cambiamento” abbia il coraggio di rompere col passato e di varare definitivamente le nuove classi di concorso per il sostegno, con la loro separazione dalle carriere dei docenti curricolari“.
Dalle sue parole appare chiaro che Nocera condivida la necessità di puntare sulla stabilizzazione del personale precario. E riguardo alla carenza di docenti specializzati in questo particolare ramo della didattica, auspica che i corsi di specializzazione appena avviati riescano a colmare le lacune finora esistenti. Nocera inoltre ci tiene ad intervenire sulle norme attuali che permettono ai docenti di sostegno di far uso di passaggio su posto curricolare al termine dei cinque anni di servizio.
Questa possibilità infatti dà luogo ad una continua turnazione, e ciò si traduce in un vuoto di specializzati che risulta costante. A dover di cronaca è giusto sottolineare il fatto che tali competenze non scompaiono dalla scuola, ma che di fatto si ritrovano a prestare il loro servizio nelle classi pur se nei panni di insegnanti che occupano posti curricolari.
Nasce così secondo Nocera l’esigenza della creazione di quattro nuove classi di concorso per il sostegno, una per ogni grado di scuola. E questo non creerebbe una situazione di pressione ed affaticamento sui docenti di sostegno, poiché questi si ritroverebbero ad essere affiancati dai colleghi curricolari, che andrebbero appunto a sostenere. E perchè questa necessaria collaborazione avvenga davvero, è necessaria una buona formazione iniziale riguardante le didattiche inclusive per i docenti curricolari. Tale formazione è ad oggi già posseduta proprio dai docenti che finora hanno lavorato come insegnanti di sostegno.
Dalla Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UICI), interviene, in risposta a Nocera, M. Condidorio, che soffermandosi sui valori di etica professionale dell’insegnante di sostegno, che ritiene non essere conciliabile con un immediato transito su un posto di altro tipo.
E lo fa in un articolo successivo, in risposta appunto a Nocera, dicendo: “tutto ciò lascia sul campo fiumi di innocenti, alunni e studenti in condizioni di disabilità che, oltre al danno dell’abbandono, subiscono la frustrazione di una didattica incompiuta, frutto dell’assordante inerzia di uno Stato incapace di garantire certezze essenziali, potrei dire primarie, come quella, appunto, del diritto allo studio… Desidero sottolineare inoltre che il diritto di ottenere il trasferimento su cattedra comune è sacrosanto, certo; e tuttavia… risulta davvero una beffa per le centinaia di alunni e studenti che dall’oggi al domani si ritrovano senza alcun sostegno didattico degno di questo nome, finendo in pasto a un precariato incompetente… E allora credo sia proprio giunto il momento di motivare il Legislatore a legiferare in favore della separazione delle carriere, per cui ogni scelta sarà sostanziale e non in vista di un secondo fine, quello cioè di scegliere il sostegno come scorciatoia… Vorrei comprendere quali siano le ragioni che impedirebbero carriere separate, oltre a quella banale, secondo cui il docente non può essere incatenato al sostegno didattico per tutta la vita professionale.“.
Nelle sue parole è facile avvertire quale sia la sua dura posizione, purtroppo anche ingenerosa verso tutti quegli insegnanti che spiccano per serietà e professionalità. Nonostante ciò resta comunque chiaro che nel suo intervento Condidorio voglia sottolineare l’esigenza ed il grande diritto dei ragazzi con disabilità di godere di continuità didattica.
Dibattiti e pareri discordanti riguardo a tali problematiche vanno avanti da anni, evidenziando sempre criticità quali il rischio della delega al docente di sostegno. Siamo però certi che la direzione da intraprendere dovrebbe andare verso la generalizzazione delle competenze. Ed il traguardo da raggiungere dovrebbe essere quello della cultura dell’inclusione, creando un ambiente scuola in cui siano “tutti docenti di tutti, tutti alunni di tutti“, avendo il coraggio di specializzare tutto il corpo docente. Credere nei sogni potrebbe essere un buon modo per realizzarli.