Trovare lavoro in Italia è un’impresa particolarmente ardua. Non solo perché i posti di lavoro scarseggiano, ma anche perché, molto spesso, non si riesce a trovare un’occupazione per la quale si ha studiato.
A Barletta però è successa una cosa che fa riflettere. 13 candidati sono stati assunti come operatori ecologici: 4 erano diplomati e 9 laureati. Giuseppe Moreno, originario di Trani, è laureato con 110 e lode in ingegneria civile. La sua storia è quella di molti: dopo una brillante carriera in ambito universitario, l’oblio. Sette anni sono stati quelli passati tra disoccupazione e frustrazione. Alla fine ha optato per la scelta più difficile: fare un lavoro al di sotto delle proprie potenzialità.
Giuseppe Moreno ha dichiarato: «Ero stufo di lavoretti precari, sottopagati, o gratis. Stufo, come molti della mia generazione, di affrontare una realtà lavorativa disarmante. Mi son detto: sei laureato e puoi fare la tua strada, quella per cui hai studiato. Ma quanto tempo ci metterai? È ammissibile raggiungere un minimo di stabilità a 60 anni?” E mi son risposto: non guardare il titolo di studio, lavora e basta».
Una riflessione dura, la sua, ma che rispecchia molto la crudeltà di questa vita. Infatti la scelta di Moreno non è da biasimare: d’altro canto quello dell’operatore ecologico è un lavoro sicuro e ben retribuito. Questo impiego, se ci si pensa, è retribuito meglio rispetto all’insegnamento. Fa riflettere infatti il fatto che un operatore ecologico può arrivare a percepire 1.830 euro all’apice della propria carriera.
In Italia si continua ancora ad investire poco sui laureati e, soprattutto, sui docenti che continuano a percepire uno stipendio inadeguato. Quella di Giuseppe Moreno sintetizza la realtà odierna italiana: il sapersi accontentare perché non c’è nulla da ambire per chi studia e fa sacrifici.
E tutto questo fa male.