Favorevoli o contrari allo smartphone in classe?
Ecco la domanda del nostro sondaggio, ecco la domanda che imperversa tra tutte le persone che hanno a che fare con il mondo della Scuola.
Nel nostro sondaggio l’89% degli intervistati dice no allo smartphone in classe. Poi entri in una classe qualunque, dalle medie al liceo, e tutti o quasi i ragazzi hanno il telefono a portata di mano. Siamo stati generosi: spesso anche alle elementari. Di questo 89% allora, quanti hanno figli in età scolastica?
Come al solito, il vero problema non è lo strumento, ma come viene utilizzato. Lo ribadisce il Ministero dell’Istruzione, che presenta un decalogo per l’utilizzo dei dispositivi mobili a scuola. Andiamo a vedere di cosa si tratta.
1 Ogni novità comporta cambiamenti. Ogni cambiamento deve servire per migliorare l’apprendimento e il benessere delle studentesse e degli studenti e più in generale dell’intera comunità scolastica.
2 I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi. Bisogna insegnare a usare bene e integrare nella didattica quotidiana i dispositivi, anche attraverso una loro regolamentazione. Proibire l’uso dei dispositivi a scuola non è la soluzione. A questo proposito ogni scuola adotta una Politica di Uso Accettabile (PUA) delle tecnologie digitali.
3 La scuola promuove le condizioni strutturali per l’uso delle tecnologie digitali. Fornisce, per quanto possibile, i necessari servizi e l’indispensabile connettività, favorendo un uso responsabile dei dispositivi personali (BYOD). Le tecnologie digitali sono uno dei modi per sostenere il rinnovamento della scuola.
4 La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica. La presenza delle tecnologie digitali costituisce una sfida e un’opportunità per la didattica e per la cultura scolastica. Dirigenti e insegnanti attivi in questi campi sono il motore dell’innovazione. Occorre coinvolgere l’intera comunità scolastica anche attraverso la formazione e lo sviluppo professionale.
5 I dispositivi devono essere un mezzo, non un fine. È la didattica che guida l’uso competente e responsabile dei dispositivi. Non basta sviluppare le abilità tecniche, ma occorre sostenere lo sviluppo di una capacità critica e creativa.
6 L’uso dei dispositivi promuove l’autonomia delle studentesse e degli studenti. È in atto una graduale transizione verso situazioni di apprendimento che valorizzano lo spirito d’iniziativa e la responsabilità di studentesse e gli studenti. Bisogna sostenere un approccio consapevole al digitale nonché la capacità d’uso critico delle fonti di informazione, anche in vista di un apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
7 Il digitale nella didattica è una scelta: sta ai docenti introdurla e condurla in classe. L’uso dei dispositivi in aula, siano essi analogici o digitali, è promosso dai docenti, nei modi e nei tempi che ritengono più opportuni.
8 Il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento. Le possibilità di apprendere sono ampliate, sia per la frequentazione di ambienti digitali e condivisi, sia per l’accesso alle informazioni, e grazie alla connessione continua con la classe. Occorre regolamentare le modalità e i tempi dell’uso e del non uso, anche per imparare a riconoscere e a mantenere separate le dimensioni del privato e del pubblico.
9 Rafforzare la comunità scolastica e l’alleanza educativa con le famiglie. È necessario che l’alleanza educativa tra scuola e famiglia si estenda alle questioni relative all’uso dei dispositivi personali. Le tecnologie digitali devono essere funzionali a questa collaborazione. Lo scopo condiviso è promuovere la crescita di cittadini autonomi e responsabili.
10 Educare alla cittadinanza digitale è un dovere per la scuola. Formare i futuri cittadini della società della conoscenza significa educare alla partecipazione responsabile, all’uso critico delle tecnologie, alla consapevolezza e alla costruzione delle proprie competenze in un mondo sempre più connesso.
Il punto cardine delle direttive ministeriale è la parola “responsabilità”. La scuola, infatti, non può restare ancorata al passato, ma al contrario può e forse deve andare avanti, integrando le nuove tecnologie a servizio della didattica e dell’apprendimento. È vero, la scuola deve rinnovarsi, ma non soltanto con un decalogo ministeriale. La scuola deve guardare al futuro, anche e soprattutto con l’aiuto degli studenti e delle famiglie
Non tutti la pensano allo stesso modo: qualcuno ha paura che in questo modo si aumenti il pericolo di dipendenza da smartphone, qualcun altro che questi dispositivi possano riuscire a risvegliare gli studenti dal torpore di una didattica essenzialmente noiosa, ma la tendenza, si evince dall’esito del sondaggio, è la contrarietà alla presenza degli smartphone in classe.