La pensione sicuramente è il traguardo più ambito da tutti i lavoratori. Si lavora senza sosta per una vita ma, alla fine, si possono ottenere quei pochi spiccioli restando finalmente rilassati a casa.
Raggiungere l’età pensionabile, praticamente, sta diventando il sogno di ogni italiano. Ma gli ostacoli sono tanti ed insidiosi, e al riguardo la sorte più difficile è toccata proprio ad un docente e alla sua particolarissima disavventura con l’INPS.
Un insegnante di Biella è prossimo alla pensione: già ha in bocca il gusto della serenità. Decide quindi di utilizzare un vecchio codice pin risalente al 2007 per controllare la situazione dei contribuiti versati all’INPS, ma la cosa non andò a buon fine. La colpa era da attribuire proprio a quel vecchio pin ormai non più valido.
Il docente però non si perde d’animo e ci riprova con lo “Spid”, il sistema legato alla pubblica amministrazione. Anche in quella circostanza all’insegnante va male: dopo pochi minuti arriva una mail: “Pin non richiedibile, errore 504”. L’insegnante 62enne Marco Tirelli, valdostano di origine, non si perde d’animo e continua la sua lotta contro l’INPS: intende sapere a che punto è con i contributi.
In seguito alla mail, l’ultimo tentativo è telefonare al numero verde, praticamente l’ultima spiaggia. Ed ha così inizio una tragicomica telefonata. Al call center gli dicono: “Guardi, io non potrei nemmeno parlarle”. Al che il docente chiede spiegazioni, anche un po’ preoccupato, ma ecco la risposta: “Perché lei è deceduto”.
Qui cala il sipario su una storia tutta italiana. Al povero docente, ritenuto morto dal 6 ottobre 2001, ovvero la data del suo matrimonio e non del decesso, toccherà andare personalmente all’INPS per risolvere un problema gravissimo, ovvero i contributi non registrati per 17 anni.
È proprio vero che un docente deve tribolare per andare in pensione.