Gita scolastica. Esiste un concetto più bello di questo per uno studente? Si preme il tasto pausa riguardo lo studio, si gode la bellezza di territori non ancora visitati e, ultimo ma non meno importante punto, si sta in compagnia.
Nonostante questo fosse il periodo più atteso dell’anno per gli studenti, 2 alunni su 5 non parteciperanno a questa iniziativa. Il rifiuto non parte direttamente dagli studenti ma è un’iniziativa a cui non vogliono più aderire i docenti.
I motivi per cui i professori hanno deciso di non accompagnare gli studenti in gita non sono difficili da trovare: semplicemente non vogliono assumersi ulteriori responsabilità e temono i cattivi comportamenti degli alunni durante la permanenza in albergo e fuori. I genitori, in questa rinuncia, non sono responsabili: i costi non molto elevati rendono solitamente le gite scolastiche molto accessibili.
Spezzando una lancia in favore dei professori, è risaputo che i ragazzi, in certe situazioni, si lasciano andare a comportamenti non proprio idonei, eccedendo nell’uso di alcolici e droghe leggere. Inoltre frequentemente lasciano l’albergo durante le ore notturne senza essere visti dai professori, mettendo “in pericolo” sia loro stessi che i docenti, i quali non avrebbero permesso questo comportamento.
Una sentenza della Corte di Cassazione ha sancito che sugli accompagnatori grava un obbligo di diligenza preventivo, quindi hanno l’onere di ricercare delle strutture alberghiere che rispettino un determinato standard di sicurezza. Questa sentenza è stata emessa a seguito di un incedente che ha visto per protagonista una ragazza, rimasta ferita gravemente a seguito di una caduta da una terrazza dell’albergo dove alloggiava durante la gita scolastica.
È bene ricordare che i professori che accompagnano gli studenti in gita, nonostante abbiano tutte queste responsabilità, non ricevono compensi aggiuntivi. È dunque conveniente per loro assumersi tutti questi rischi in maniera del tutto gratuita?
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