Buongiorno, mi chiamo Francesco e ho 17 anni. Spesso leggo i vostri articoli e si parla molto del punto di vista degli insegnanti e dei genitori. In realtà però si ha davvero poco spazio per noi studenti.
È tutto molto interessante, questo è chiaro, ma a volte mi sembra tutto un po’ campato per aria. Leggo spesso riguardo “il rispetto del docente” oppure degli alunni che si comportano male in classe e devo ammettere che la cosa mi lascia piuttosto indifferente.
Infatti non credo che quelli che sono ora insegnanti, da ragazzi, seguivano con interesse tutte le lezioni. Proprio non ci credo. Come fanno a parlare di rispetto se anche loro non rispettavano i propri insegnanti?
E poi trovo davvero assurdo tutto questo scagliarsi contro noi studenti. Se non facciamo del male a nessuno (sorpresa: non tutti gli studenti sono bulli) che problema c’è? Se il professore non sa tenere una classe, che colpa ne abbiamo noi? Si, “la scuola è importante e bla bla bla”, però ci sono anche altre cose importanti.
Fare ogni giorno tutte quelle ore di lezione è davvero una cosa che ci fa uscire matti. È normale che dopo un po’ ci mettiamo a chiacchierare o a farci i fatti nostri. Gli insegnati ce ne fanno una colpa. Ma pensassero a fare qualcosa loro. Ci riempiono la testa con un sacco di cose inutili solo per poi essere copiate durante il compito. Ma a che pro?
Mio padre fa il meccanico e spesso il pomeriggio lo aiuto in officina, ma a cosa mi serve sapere la letteratura se poi non mi insegnano cose che poi mi saranno utili nella vita vera? Cioè, appena finisco la scuola andrò a lavorare con mio padre, forse sarebbe meglio che la scuola iniziasse ad insegnare cose che inseriscano davvero gli studenti in un ambito lavorativo. Io ho questa fortuna, ma gli altri?
Si parla tanto di riforme scolastiche, di fondi che mancano. Iniziassero a sostituire tutte quelle materie inutili a scuola, e di botto si risolverebbe la disoccupazione perché i ragazzi imparerebbero a fare cose utili.
Vorrei concludere dicendo una cosa agli insegnanti: non è che la vostra professione è sminuita o avete perso valore, è solo che chi va a scuola non vede l’ora di tornarsene a casa e non ha nessuna voglia di starvi a sentire.
Caro Francesco, ma se tu quando vai a scuola non vedi l’ora di tornartene a casa e non hai nessuna voglia di stare a sentire i tuoi insegnanti (in nessuna materia, mi sembra di capire), mi sorge spontanea una domanda: ma perché continui ad andare a scuola? Hai 17 anni, l’obbligo l’hai superato, vattene in officina con papà e tanti saluti.
A scuola si impara a fare bene ogni cosa. La scuola serve anche a questo! Ad imparare a fare bene il proprio dovere. Gli insegnanti non trasmettono solo nozioni e cose che “possono sembrare inutili’ ma esperienze di vita che gli alunni non hanno ancora fatto. Si impara con la vita che il disagio più grande è dovuto al fatto che non facciamo bene ciò che noi valutiamo inutile ma resta una nostra valutazione spesso “errata”. Saluti!
Caro Francesco, poi ti dico anche che è vero che l’impegno di voi ragazzi dipende dall’impegno e dalla passione che mettiamo noi insegnanti. Io ne faccio sempre esperienza: se un giorno non preparo bene, in maniera stimolante, la lezione perdo l’attenzione dei ragazzi! Verissimo! Però occhio che spesso anche gli studenti nonostante l’impegno massimo dei professori restano impenetrabili! Io tutti i giorni mi domando come meglio stimolare i ragazzi e te lo dico così conosci anche ciò che noi insegnanti viviamo! Voi ci dite come meglio condurre la classe sai? Se siete poco motivati qualcosa dobbiamo cambiare! Sono queste le cose belle per una prof.! Buon cammino caro Francesco!! Pensa sempre con la tua testa come stai facendo!
Caro Francesco,
Le materie che tu definisci inutili sono in realtà quelle che ti insegnano a ragionare, a conoscere te stesso, gli altri, i pensieri e le realtà diverse e lontane dalle tue. Tutto ciò dovrebbe favorire la tua crescita come libero cittadino, che un giorno saprà pensare con la propria testa e avere le proprie idee, saprà capire come funziona il mondo e la società in cui vive.
A insegnarti il mestiere ci penserà papà.