Nel periodo del lockdown molti di noi sognavano di poter passeggiare in un parco o in una villa. Ora che ne abbiamo di nuovo la possibilità dobbiamo fare i conti con il degrado di questi spazi verdi, abbandonati a se stessi oppure ancora chiusi.
Richard leBrasseurl, professore associato di architettura del paesaggio e direttore del Green Infrastructure Performance Lab presso la Dalhousie University, afferma: “La chiusura dei parchi e degli spazi verdi pubblici dovrebbe essere una misura temporanea di ultima istanza per il controllo delle malattie e la riapertura dei parchi dovrebbe essere una priorità”.
Eppure è ormai appurato che passeggiare in un parco è un toccasana per la salute fisica e mentale. leBrasseurl continua: “Dal mio punto di vista, le agenzie governative dovrebbero lavorare per rendere questi servizi vitali il più ampiamente possibile disponibili, specialmente durante periodi stressanti come i lockdown per le pandemie. Alcuni tipi di spazi verdi pubblici, come giardini botanici, arboreti e sentieri, sono adatti per mantenere le regole di distanziamento sociale. Altri in cui è probabile che i visitatori si raggruppino, come spiagge e campi da gioco, richiedono una regolamentazione più rigorosa”.
Basterebbe insomma qualche accorgimento per poter tornare a vivere i nostri spazi verdi, come ingressi a tempo o forze dell’ordine per controllare il sovraffollamento. Un aiuto per la salvaguardia del verde potrebbe arrivare dall’Europa, che ha proposto di piantare 3 miliardi di alberi entro 10 anni. E soprattutto l’uomo dovrebbe curare di più la natura che lo circonda, visto che su un campione di 454 tipi di alberi, 168 sono in pericolo.