Vedere felici i propri figli è l’aspirazione più profonda di ogni genitore. Questo desiderio può però assumere delle connotazioni negative quando il genitore non riesce a calibrare il giusto rapporto tra premi e punizioni. Renderli felici non significa dare loro tutto ciò che chiedono.
Esaudire in maniera indiscriminata ogni desiderio e richiesta di un bambino, può rivelarsi un comportamento estremamente dannoso per il piccolo, che avrà difficoltà a gestire i sentimenti di frustrazione.
Più precisamente, gli verrà negata ogni possibilità di potenziare gli strumenti a disposizione per affrontare delle situazioni scomode in maniera assertiva. Inoltre, gli si negherà la possibilità di rafforzare la propria autostima.
La frustrazione che il bambino prova di fronte ad un “no” deciso dei genitori non costituisce un trauma per lui: anzi, lo fortifica e lo abitua ad affrontare le difficoltà. Un bambino non può crescere nella convinzione che gli verrà detto sempre di “sì” ad ogni sua richiesta.
Il bambino deve imparare gradualmente a non avere un’immediata gratificazione dei suoi desideri. Non bisogna sentirsi in colpa se a volte si deve fare attendere il proprio bambino, magari perché si sta parlando al telefono o in presenza di altre persone: l’attesa aiuta a rafforzare la crescita psicologica del bambino.
Per aiutarlo a sopportare la frustrazione derivante da un rifiuto, in alcune situazioni può essere utile abituarlo a variare l’oggetto desiderato o il momento in cui ottenerlo: per esempio, non può mangiare la torta prima di pranzo, ma dopo.
L’affetto e la fiducia dl bambino nei confronti del genitore vanno progressivamente rafforzandosi col tempo, man mano che il bambino comincia a capire che le regole imposte dall’adulto non nascono dal desiderio di predominio di quest’ultimo, ma sono motivate da buone ragioni e mirano al suo bene.
Risulta di fondamentale importanza che le figure di riferimento siano coerenti e mantengano le promesse, sia in termini di premi che di punizioni. L’incoerenza porta ad una perdita di credibilità agli occhi dei bambini.
A risultare maggiormente deleteria è un atteggiamento di incoerenza tra le figure di riferimento (per esempio, tra i genitori, oppure tra nonni e genitori). Gli adulti di riferimento, per non perdere autorevolezza, devono riuscire ad accordarsi sulle regole da rispettare e le punizioni da applicare, altrimenti si incorre nel rischio che il bambino si disorienti, non capendo cosa è giusto e cosa no.
Quando il bambino inizia a comprendere l’importanza delle regole, lentamente comincia ad interiorizzarle, facendole proprie e portandole con sé durante il percorso di crescita, come fattori protettivi.