La scrittrice Paola Mastrocola parla in un’intervista della scuola di oggi e della sua storia, in riferimento al libro appena scritto insieme al sociologo Luca Ricolfi.
“Una scuola “si offre” non per quanto si occupa di Dante, di grammatica, o di algebra. Si offre per il corso di educazione alimentare, la gita nelle Langhe, l’educazione alla cittadinanza. La scuola ha abbandonato la sua sostanza culturale per diventare un’agenzia delle educazioni” dichiara.
“L‘abolizione del latino alle medie, però, più che dall’utilitarismo, fu ispirata dal progressismo: come lamentava don Lorenzo Milani. Il latino umiliava i figli dei contadini, questo era il sentire comune. L’idea era che una scuola “alta”, che fa cose difficili, come il latino o la letteratura antica, implica uno studio duro, cui i figli dei contadini, che erano gli alunni di don Milani, non arrivavano. Quindi, era meglio parlar loro degli alberi da frutto” aggiunge.
“Io e Luca abbiamo scritto questo libro per disperazione, ma anche per dovere: volevamo lasciare una testimonianza. Abbiamo raccontato 60 anni di scuola. Volutamente non abbiamo indicato una via, perché la via è stata già intrapresa: è la via europea, occidentale. È la via dello sfascio culturale. Hanno nominato Bianchi perché è un esponente di questa visione pedagogistica, europeista e politicamente corretta” conclude.