Spesso genitori, alunni e personale docente hanno sottolineato come l’orario scolastico sia troppo lungo e sfiancante per gli studenti, con i risultati che tutti conosciamo.
Ovviamente non è sfiancante a livello fisico, non si parla di certo di un lavoro manuale, di un turno in fonderia o in una cava, ma è stancante a livello mentale. Mantenere l’attenzione costante per più di cinque ore è un’impresa impossibile per un adulto, figuriamoci per un ragazzo.
La maggior parte degli insegnanti infatti segnala come, dopo la quarta ora di lezione, l’attenzione degli studenti crolli verticalmente, con gli elementi più “turbolenti” della classe che iniziano a manifestare il loro disagio in modo sempre più invadente, disturbando la lezione, chiedendo continuamente di uscire o assumendo un atteggiamento per nulla collaborativo nei confronti dell’insegnante e della classe.
Studi recenti hanno dimostrato come il livello di attenzione degli alunni delle scuole secondarie tenda a scendere nel corso delle ore, per arrivare alla quinta ora praticamente nulla. I ragazzi a quel punto della giornata sono stanchi e restare ancora fermi ad ascoltare la lezione a lungo andare causa molti problemi, come stress, nervosismo e stanchezza. Alcuni ragazzi perciò iniziano a manifestare insofferenza per sfogarsi, con il risultato di disturbare la lezione.
Inoltre le nuove tecnologie sono una costante distrazione e non è raro vedere degli alunni che preferiscono controllare le notifiche dello Smartphone piuttosto che ascoltare le parole dell’insegnante. La mancanza di disciplina ha fatto credere a questi ragazzi di potersi comportare come vogliono in classe senza essere puniti, e purtroppo i fatti sembrano dare ragione a loro.
Gli insegnanti non hanno tempo o voglia di punire i ragazzi e non vogliono avere a che fare con dei genitori che preferiscono prendere le parti del figlio e difendere l’indifendibile piuttosto che ammettere il pessimo comportamento dello studente.
Non tutti sanno che l’insegnante però non può prendere troppi provvedimenti contro questi alunni indisciplinati. La reiterata azione di disturbo dello studente può essere classificata come “interruzione di servizio pubblico” e l’insegnante ha piena facoltà di allontanare i personaggi indisciplinati dalla classe.
Però la burocrazia è in agguato e l’insegnate che allontana uno studente può essere accusato di “omessa vigilanza” se l’allievo è minorenne. L’insegnante purtroppo si ritrova spesso con le mani legate, dato che potrebbe passare guai molto seri.
Insomma, la riduzione dell’orario delle lezioni è una necessità, adesso più di prima. Un minor numero di ore (utilizzando anche il sabato per recuperare) permetterebbe agli studenti di avere più tempo libero il pomeriggio per studiare e per fare i compiti, renderebbe più leggere le giornate e sicuramente darebbe più tranquillità alle classi. Gli insegnanti si ritroverebbero a lavorare con delle scolaresche sicuramente più gestibili e meno stanche, e potranno collaborare in modo migliore alla riuscita delle varie lezioni.
Siamo dei grandi sostenitori di questa proposta, ridurre l’orario delle scuole renderebbe la scuola italiana più snella e gestibile. Alla fine non è importante quante ore si studia, ma come.
L’alternativa alla diminuzione di ore è attivare lavori di gruppo, dibattiti, progetti che facciano lavorare i ragazzi in classe invece che obbligarli ad ascoltare l’insegnante che parla. Se diventano loro protagonisti dell’apprendimento l’attenzione, il coinvolgimento, la partecipazione e l’interesse migliorano.