Il modo di fare educazione sta cambiando. O meglio, deve cambiare. Perché la scuola, nel suo paradigma tradizionale, deve allinearsi a un futuro che, fuori dall’ambiente dell’Istruzione, si chiama presente.
Il Sistema educativo di oggi, nel mondo e ancora di più in Italia, deve essere riformato e prendere la stessa direzione dei grandi cambiamenti globali. Avere una laurea non serve. Le nozioni, con Internet, sono quasi inutili. L’imperativo economico industriale non è più attuale, il ragionamento deduttivo è superato dalle macchine.
La scuola come una fabbrica di futuri lavoratori, non serve più a niente. Basta guardare a com’è strutturata: campanelle, orari inflessibili, divisione rigida degli spazi, materie e ragazzi ripartiti secondo criteri che somigliano a modelli di produzione standardizzati.
La scuola, in altre parole, crea esseri umani produttivi e standardizzati. Conforma, pugnala a morte la creatività. Abolisce le differenze.
Mentre il mondo (del lavoro, soprattutto) va nella direzione opposta.
Oggi occorre cambiare il modo di fare educazione, perché il mondo del lavoro è già cambiato. I nostri bambini non potranno competere con le macchine, non sullo stesso piano. I robot, nel 2030, potranno replicare, anzi fare meglio, la maggior parte dei lavori in cui oggi sono impiegate le persone.
L’educazione va vista come una sfida. La strada che deve prendere l’insegnamento, sia come che cosa, non può essere la stessa che percorriamo da più di 200 anni. Non possiamo mettere i ragazzi in competizione con le macchine, ma al contrario dobbiamo valorizzare le capacità uniche e inimitabili dell’essere umano: intelligenza, apertura mentale, adattabilità, valori, credenze, indipendenza di pensiero, lavoro di squadra, attenzione nei confronti degli altri, empatia. Ecco quello che dobbiamo insegnare oggi ai nostri bambini.
Dobbiamo differenziarli dalle macchine. È il mondo del lavoro che lo richiede.
Smettiamo di addestrarli alla conoscenza, iniziamo a insegnare lo sport, la musica, la pittura, l’arte in tutte le sue forme. Sviluppiamo la loro creatività, perché soltanto in questo saranno meglio di una macchina.