I computer sono uno strumento praticamente essenziale nella vita di tutti giorni, sembra quasi superfluo dirlo. È d’obbligo per più tipologie di lavoro. Eppure sono sempre accesi i dibattiti sull’introduzione dei PC in ambito scolastico, nonostante le linee guida nazionali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ne raccomandino vivamente l’introduzione.
All’interno delle scuole però è inevitabile scontrarsi con lo zoccolo duro dei nostalgici, i quali affermano con certezza che l’utilizzo dei computer faranno scomparire varie capacità, come ad esempio saper impugnare correttamente una penna e saper scrivere. Si teme anche una “Dittatura delle Immagini” in cui i ragazzi saranno immersi nella multimedialità e non sapranno più comprendere e leggere un testo.
Andreas Schleicher, coordinatore del programma “making the connection” dell’OCSE ha affermato che i quindicenni che usano regolarmente il computer a scuola hanno un apprendimento migliore rispetto ai coetanei che non lo utilizzano. L’altra faccia della medaglia però è che peggiorano nella lettura, in matematica e nelle scienze.
Il computer va visto come uno strumento che possa espandere le capacità dell’individuo e non come un sostituto: è una macchina eccezionale ma ha bisogno di qualcuno che la guidi per operare correttamente. Può eseguire svariati calcoli a grande velocità, ma se gli si chiede la cosa sbagliata, anche il PC cadrà in errore. Di fatto il computer non riesce a trovare in via autonoma la risposta ai problemi o scrivere un testo di senso compiuto, ma questo sembra non essere ben compreso in ambito scolastico: in una scuola dove la memorizzazione è essenziale, il PC diventa sinonimo di studente modello ed è per questo che i docenti non lo vedono di buon occhio come strumento scolastico.
Il computer però si dimostra veramente molto efficiente per quel che riguarda il processo di apprendimento, diventando dunque uno strumento indispensabile. Basti pensare ai miglioramenti fatti dai bambini che commettono molteplici errori ortografici o che non sono in grado di eseguire calcoli matematici a mente.
Ma è giusto ostacolare l’utilizzo del computer a scuola? Di fatto siamo noi a compiere i ragionamenti, la macchina ci aiuta solo dove noi falliamo o siamo carenti. È uno strumento che, in un certo senso, ci completa, facilitando la risoluzione dei problemi e senza farci affaticare eccessivamente.
Forse è proprio qui che risiede la contrarietà dei docenti riguardo il suo utilizzo: la scuola infatti viene vista come un luogo di fatica e sforzo, con l’utilizzo del PC tutto ciò scomparirebbe. Inoltre le macchine non conoscono lo stress e l’ansia, e questo è un punto a loro favore, visto che molti studenti compiono errori dettati proprio dalle emozioni.