Cosa succederebbe se la scuola riuscisse ad accrescere negli studenti la stessa passione che provano nei confronti di una lezione di calcio? E se ogni scoperta equivalesse ad un goal della propria squadra del cuore?
Cosa accadrebbe se il lavoro degli insegnanti fosse remunerato allo stesso modo di quello di un calciatore o di un allenatore? E cosa se il governo riuscisse a fornire gli strumenti necessari affinché ogni alunno possa favorire le proprie potenzialità?
Cosa manca nella scuola
Questi interrogativi, attualmente, sono più simili ad una fantasia utopica, piuttosto che ad una realtà. È stato, difatti, dimostrato come la maggior parte delle scuole del mondo siano inadeguate e limitative. Ciò porta a notare che tale tipologia educativa non sia presente solo nei paesi sottosviluppati, ma anche in quelli più all’avanguardia.
A tal riguardo Einstein aveva dichiarato: “È un grande miracolo che la curiosità umana sopravviva all’educazione formale”. Perché, in effetti, nella nostra scuola, così come in altre, manca qualcosa. Manca quella parte che consente a ciascuno di noi di differenziarsi, di librarsi, di essere distinti dai propri coetanei, in base alle proprie capacità.
Il metodo finlandese per non sentirsi inadeguati
Eppure, un solo sistema scolastico, fino ad ora, è riuscito in questo intento. La scuola finlandese si propone l’obiettivo di insegnare ai propri studenti sulla base del potenziale di ciascuno. Qui, la vera sfida non è creare competitività al fine di nominare “il primo della classe”. In questo sistema educativo, la competitività è verso sé stessi: il successo consiste nel superare i propri limiti. Si tratta, praticamente, di quello che accade nel corso di un allenamento di calcio.
Così, succede che vengono messi da parte i voti bassi, le frustrazioni dovute al non sentirsi mai abbastanza, alla noia provata dai più bravi. Ognuno costruisce il proprio percorso sulla base di ciò che riesce a fare e di ciò che può concretamente fare.