Rimandare la sveglia al mattino, solitamente, è considerato un grande vizio. Inoltre spesso si viene additati come “pigroni” o “perdigiorno” se la cosa si ripete costantemente. Da rimandare la sveglia a 10 minuti a rimandarla ad un’ora il passo è veramente molto breve. Eppure uno studio sembra ribaltare questo stereotipo, riabilitando quindi chi ha questa particolare abitudine.
Uno studio condotto da Satoshi Kanazawa e Kaja Perina fornisce una svolta epocale a questa abitudine. Lo studio ha analizzato i ritmi circadiani (ovvero i ritmi che consistono in variazioni cicliche delle attività biologiche umane) che erano quelli utilizzati dai nostri antenati e li ha messi in confronto ai ritmi che sono imposti dalla società moderna e a cui fisicamente ci adattiamo con fatica.
Dallo studio il risultato sembra evidente: chi rimanda la sveglia ha più possibilità di incrementare la propria attività ed intelligenza. Entrambe promuoverebbero dunque uno stato di felicità superiore nell’individuo rispetto a chi si alza in maniera repentina al suonar della sveglia.
Lo studio condotto si sposa benissimo con un’altra indagine svolta dall’Università di Southampton: chi va a letto dopo le 23 e si alza oltre le 8 del mattino ha statisticamente uno stipendio maggiore ed uno stile di vita più appagante.
Se prima ci si sentiva in colpa nel rimandare la sveglia, ora non sarà più necessario: è una cosa del tutto normale e rappresenta un qualcosa di estremamente positivo per le nostre vite.