Sarebbero state tre le persone promotrici di “Uniti per la Provincia di Cremona”, avevano raccolto denaro per ospedali e operatori sanitari, alla fine si sono intascati 100mila euro.
Durante l’emergenza Coronavirus erano nate molte iniziative per raccogliere fondi per ospedali ed operatori sanitari, ma a quanto è emerso non tutte sono sempre sono state trasparenti.
É quello che è successo a Cremona, dove tre promotori della Onlus “Uniti per la provincia di Cremona” sono indagate per associazione a delinquere finalizzata a truffa, all’autoriciclaggio e appropriazione indebita.
A quanto emerge dall’AGI, il trio si sarebbe intascato 100mila euro dei 4 milioni di capitale raccolto dai donatori di tutta la provincia durante l’emergenza sanitaria, lo avrebbero fatto attraverso fatture false per servizi e prestazioni mai effettuati.
I responsabili in questione della onlus nata a marzo, avrebbero compiuto la truffa in più passi. Innanzitutto avrebbero versato 28mila euro in bonifici per fornire 750 pasti caldi a domicilio, poi altri 58mila assegnati ad un presunto titolare di locali notturni in via di fallimento.
Assieme a questi movimenti e “reciproci trasferimenti di denaro su conti esteri, accesi in Bulgaria e Gran Bretagna” avrebbero iniziato seriamente ad insospettire alcuni investigatori, che temono che non sia la prima volta che i tre compiano truffe attraverso fatture false. Nel gruppo sarebbe coinvolto anche un uomo di religione, responsabile di coprire i movimenti con false giustificazioni.