Tra chi critica e chi lo esalta, il Festival di Sanremo 2020 sta comunque procedendo con un altissimo share. Ieri, giovedì 6 febbraio, la terza serata ne ha viste delle belle. Oltre ad Achille Lauro, che si è travestito da Ziggy Stardust (uno alter ego di David Bowie, ndr.) lasciando tutti esterrefatti, e il duo Elettra Lamborghini – Myss Keta con i loro baci saffici, c’è un altro personaggio che ha fatto discutere. Proprio lui: Roberto Benigni.
In teoria, invitato come ospite, avrebbe dovuto tenere un semplice siparietto con Amadeus. Però, non si è fermato qui. Ha tenuto una perfetta lectio magistralis. Dando come al solito dimostrazione della sua ampie conoscenze, questa volta non si è concentrato sulla Divina Commedia – come è solito fare – ma sulla Bibbia. Si è esibito sul “Cantico dei Canti“, definendolo come “la canzone più bella mai scritta“. Benigni ha difatti spiegato come sia un inno all’amore.
Però, prima di fare tutto ciò, ha fatto il suo magnifico ingresso sul palco dell’Ariston con una parata di musicisti, esordendo con: “Il più bell’ingresso che abbia mai fatto a Sanremo. L’ultima volta ero arrivato a cavallo“. Poi, successivamente, ha fatto un riferimento con gli ultimi fatti di attualità. In modo piuttosto sottile e ironico, ha provocato Matteo Salvini. “Nel mio Sanremo vinse Toto Cutugno. Allora, c’era un sistema di voto diverso. Adesso si vota con la giuria del Festival, con internet, via social. Non solo televoto, giuria demoscopica, giuria sala stampa, giuria dell’orchestra. Quest’anno si vota anche via citofono, è una novità. Citofonate e dite: ‘Qui c’è gente che canta?‘“, ha detto scatenando l’ilarità generale.
In tal modo, Roberto Benigni ha voluto ricordare il momento in cui Matteo Salvini, attorniato da una folla di giornalisti e in rigorosa diretta Facebook, aveva citofonato a casa di una famiglia tunisina residente a Bologna. “Buonasera. Lei è al primo piano? Ci può far entrare cortesemente? Perchè ci hanno segnalato una cosa sgradevole e volevano che le la smentisse. Ci hanno detto che da lei parte lo spaccio del quartiere. Giusto o sbagliato?“. Peccato che, però, dall’altra parte del citofono ci fosse un ragazzino di 17 anni, che, da quel momento, ha dovuto subire un’assurda gogna mediatica.