L’Ex Ministro dell’Istruzione Bianchi fa una riflessione sul ruolo della scuola e sugli strumenti utilizzati durante la pandemia come la didattica a distanza.
“Con la pandemia abbiamo scoperto che quel digitale era una zattera, a cui ci siamo aggrappati per non affondare, per mantenere un contatto fra la scuola e i suoi studenti. Ma non era il futuro” dichiara durante un’intervista a La Repubblica.
“Ora c’è un rifiuto totale ma faccio due riflessioni: i ragazzi vivono sempre connessi e con un pc, sanno fare cose importanti, ma dobbiamo dare loro la capacità critica di capirne il senso” aggiunge.
“E poi la scuola non può essere più il luogo dove apprendi le nozioni, perché le informazioni ormai sono ovunque, ma quello dove impari a distinguerle. Per fare questo anche noi adulti dobbiamo crescere” prosegue.
“Credo che la pandemia ci abbia messo davanti agli occhi i problemi dei nostri figli che non sono nati con la didattica a distanza. C’era bisogno di rimettere gli studenti al centro di una scuola in grado di essere anche affettuosa” conclude.