Andrea Crisanti critica la mancanza di organizzazione del Governo in merito alla riapertura delle scuole.
“Si riaprono di nuovo le scuole al buio. Credo sia inaccettabile che dopo quattro mesi dall’implementazione delle misure di contenimento ancora non abbiamo dei dati per capire se hanno funzionato o meno” afferma.
Il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova continua: “Con questi provvedimenti forse abbiamo raggiunto un certo equilibrio tra la capacità del virus di trasmettersi e quella delle nostre attività di contenerlo. Ora noi questo equilibrio lo perturbiamo, permettiamo nuove opportunità al virus per trasmettersi con scuole, assembramento sui trasporti, assembramenti fuori alle scuole“.
Poi suggerisce: “Io prenderei un distretto scolastico in ogni zona, gialla, arancione o rossa, e aspetterei 20 giorni per vedere quello che succede. Aprirei le scuole in una provincia per vedere se queste misure funzionano, perché così abbiamo dei numeri. In queste aree farei test rapidi a tappeto per capire se il virus si trasmette. In questo modo avremmo dei numeri per capire cosa dobbiamo fare“.
“Da queste misure abbiamo imparato che le zone rosse funzionano, mentre le zone gialle funzionano meno bene, specialmente se a quella zona gialla applica misure di sorveglianza e contenimento sbagliate, come ad esempio il Veneto” conclude.