C’era una volta un vecchio edificio di scuola elementare che non serviva più e che, dopo essere passato più volte di mano, fu adibito a sede staccata di un Istituto Agrario frequentato da baldi giovanotti e gentili donzelle. Gli ambienti erano tristi e grigi, l’arredo vecchio e rotto, i servizi igienici scadenti e malmessi. La luce del sole entrava talmente diretta dalle vetrate senza persiane, da infastidire durante le lezioni. Di strumentazione e tecnologia, solo l’ombra. Nessun laboratorio scientifico…
Per fortuna l’allegria dei ragazzi e l’energia dei prof e dei bidelli riempiva quei locali di voci e di suoni. Si diceva che, molto presto, quell’edificio sarebbe passato nuovamente di mano e gli studenti sarebbero rientrati tutti in una sede centrale magicamente ampliata. Tanto valeva rassegnarsi e sopportare…
Ma un brutto giorno la verità venne a galla: dalla Provincia la preside portò a casa la conferma che quel posto un po’ cupo sarebbe dovuto rimanere la loro sede almeno fino al 2019, se non di più. Che fare, allora? Sopportare o agire?
Quasi sempre la necessità aguzza l’ingegno, e fu così che tutta la comunità scolastica, dalla preside, ai docenti, al personale ATA, ai ragazzi e alle loro famiglie, si mobilitò per rendere quella sede più accogliente e attrezzata.
Un progetto di riorganizzazione degli spazi fu steso in poco tempo: prevedeva una nuova tinteggiatura a colori vivaci, tende colorate, il rifacimento delle porte dei bagni e la sostituzione dei vecchi sanitari misura bebè, tecnologia per la videoproiezione nelle aule, un laboratorio di chimica e biologia, l’adattamento della palestra per farne anche un’aula magna, arredo nuovo e di nuova concezione, angoli per i colloqui con le famiglie e spazi per i ragazzi. E poi il wifi ed i laboratori che sarebbero arrivati con i fondi europei. Tempo sei mesi. Un sogno? No, una realtà.
Grazie ai genitori e al loro contributo economico, grazie a ragazzi che misero a disposizione parte delle loro vacanze di Natale, grazie a qualche docente sensibile e alla disponibilità dei bidelli, le pareti presero colore in pochi giorni.
Nessuno sconvolgimento, però. Era solo il naturale percorso di crescita di una scuola dal cuore antico e buono.
fonte: bacheca facebook dell’autrice