Bocciare un alunno è un intervento necessario se quest’ultimo non si è applicato in maniera adeguata nello studio. Ma cosa succede se lo studente non è messo in posizione di studiare in maniera serena. Questo è quello che si chiedono due genitori di un alunno di una scuola media di Reggio Emilia.
Lo studente è stato bocciato e le motivazioni sono palesi: innumerevoli insufficienze. I genitori non negano l’evidenza, ma si interrogano sul motivo di questi brutti voti. Il figlio infatti, durante l’intero anno scolastico è stato bullizzato dai suoi compagni di classe. La reazione del bambino dunque sarebbe stata quella di distaccarsi dallo studio e presentando diversi stati umorali, passando dalla perdita di motivazione all’eccessiva aggressività.
La madre dunque spiega la situazione: «Gli episodi di bullismo nei suoi confronti sono iniziati all’avvio dell’anno scolastico: percosse, danneggiamento di materiale scolastico e del vestiario, merendine nascoste, offese… Una volta è stato perfino spinto dalle scale, ma di fronte alle ferite ci aveva raccontato di essere inciampato da solo. Solo tempo dopo abbiamo saputo la verità».
I genitori hanno conferito anche con il dirigente scolastico il quale, grazie al suo intervento, è stato in grado di migliorare la situazione. Questo cambio di rotta però è arrivato troppo tardi. I genitori comunque si dicono insoddisfatti dei docenti, i quali, a loro dire, non avrebbero fatto nulla per impedire gli atti di bullismo.
La madre rivela: «Dobbiamo dare atto al dirigente che dopo il colloquio i casi di bullismo sono terminati, ma non ci risultano provvedimenti nei confronti dei bulli e neppure degli insegnanti che non erano intervenuti». Ora sarà il TAR ad occuparsi della questione.