Il senatore Mario Pittoni parla delle criticità individuate nella bozza del decreto per il reclutamento docenti.
“Prima di Pasqua ho consegnato direttamente nelle mani del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi la relazione con quelle che consideriamo le principali criticità della bozza di decreto sul reclutamento dei docenti (impegno dell’Italia con Bruxelles legato ai fondi del Pnrr), che per com’è impostata porterebbe a un ulteriore scadimento del servizio” dichiara.
“Segnalate in particolare l’assenza di percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (Pas) aperti a chi ne avrebbe bisogno e diritto salvaguardando un fondamentale patrimonio d’esperienza, e di correttivi alla legge 73/2021 che impone l’inefficace (per valutare insegnanti) ma “risparmiosa” selezione concorsuale con quiz a crocetta” prosegue.
“Di fatto le questioni dell’abilitazione e della stabilizzazione del precariato storico sono ignorate. Questo ci ha costretti a proporre un testo alternativo. È infatti urgente un atto normativo sui percorsi formativi abilitanti all’insegnamento e per l’accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno. Non comportano spesa per lo Stato” aggiunge.
“Anzi, il Pas fa risparmiare il costo di eventuali concorsi per l’abilitazione (peraltro non in linea con la normativa europea che invece chiede corsi “formativi”) e in generale alleggerirebbe i concorsi per i docenti della secondaria, visto che a renderli quasi ingestibili è l’abnorme numero di iscritti, che si ridurrebbe significativamente con l’intervento delle università cui per legge vanno affidati i corsi accademici per l’abilitazione all’insegnamento, unico vero obiettivo di molti. Inoltre, come detto, nella bozza del ministro non si fa cenno ai meccanismi di selezione concorsuale” prosegue.
“Come dire che si considera accettabile quanto previsto dalla legge 73/2021 all’articolo 59: i famosi e ormai decisamente impopolari test a crocetta finiti sulle prime pagine dei giornali per le criticità evidenziate nella loro applicazione, prima con il concorso STEM e ancora di più con il concorso ordinario della scuola secondaria. L’impressione è che si cerchi di imporne definitivamente l’utilizzo con il “miraggio” dei concorsi a cadenza annuale che però, come ben sanno gli addetti ai lavori, nella scuola sono tecnicamente impraticabili” continua.
“Fungerebbero solo da scusa per giustificare un impianto sicuramente più veloce ed economico, ma che com’è largamente riconosciuto comporterebbe uno scadimento senza precedenti nella qualità del corpo docente” conclude.