La Signora della TV italiana, Raffaella Carrà, ha compiuto 77 anni: ripercorriamo insieme la sua carriera.
Nata a Bologna con il cognome Pelloni, approda a Roma per entrare all’Accademia Nazionale di Danza. Arrivano poi le prime particine al cinema, ma sarà la televisione a darle notorietà. Cambiato il suo cognome in Carrà su consiglio del regista Dante Guardamagna, si farà strada sul piccolo schermo fino alla consacrazione con “Canzonissima” condotta da Corrado. Mostrando per la prima volta in TV l’ombelico e con hit come “Tuca Tuca”, Raffaella diventa leggenda.
La musica diventa il suo nuovo settore e la Carrà ci regala tormentoni ancora attualissimi come, “A far l’amore comincia tu”. Sul fronte sentimentale in quegli anni il nome di Raffaella è legato indissolubilmente a quello di Gianni Boncompagni. Una storia durata 11 anni, nonostante gli ostacoli incontrati all’inizio: “Vivevo con un uomo separato, con 3 figlie. Una cosa non prevista dalle leggi di allora, non proprio un esempio di rigore. Ma che devo fare? Lui è stato presente anche nei miei momenti di paura e di stanchezza. Un bel compagno nella mia vita, ci siamo aiutati e sostenuti a vicenda. Alla fine ci siamo separati solo per un fatto di distanze, ero sempre lontana, avevo un grande successo in Spagna con le sue canzoni, poi in America Latina. Questo ha fatto sì che ci fosse un distacco inevitabile” spiega la Carrà.
Negli anni 80 e 90, miete nuovi successi in TV, da “Pronto Raffaella?” a Carràmba! Che Sorpresa, fino alla conduzione del Festival di Sanremo nel 2000. Dopo essersi allontanata dall’Italia per qualche anno rientra alla grande nel nostro Paese e sul nostro piccolo schermo con The Voice of Italy, che dimostra la sua infinita voglia di mettersi in gioco. Ultimamente su Rai3 ha condotto “A raccontare comincia tu”, in cui intervista personaggi famosi dello spettacolo e non solo. Conduttrice, cantante, ballerina.
Raffaella Carrà è tutto questo e anche di più, dal momento che è diventata suo malgrado anche l’idolo dei gay, di cui ha sempre sposato la causa, tanto da dichiarare: “Vorrei che la gente smettesse di guardarli male. Hanno diritto al rispetto e anche a un po’ di compassione, visti i problemi umani e sociali che devono affrontare”.