Si esprime la professoressa contro Liliana Segre, asserendo che voglia solo farsi pubblicità, e gli alunni 12enni insorgono e denunciano.
Succede a Firenze, proprio durante la Giornata della Memoria, in cui tutte le scuole sono impegnate in dibattiti, eventi, letture, proiezioni, sempre e solo perché la Memoria non muoia. Pare che una professoressa della scuola media Mazzanti abbia detto ai ragazzi “Liliana Segre non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non fatevi fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità”.
Sempre secondo il racconto dei ragazzi, la prof avrebbe continuato “Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento, ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti. E ora non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita“. I ragazzi non se lo sono fatto ripetere due volte: appena a casa, hanno subito disobbedito alle parole dell’insegnante, riferendo ai genitori quanto fosse successo a scuola. Da qui, la bufera su queste tristi parole.
Colpiscono e fanno male, certe parole, soprattutto se all’indirizzo di una donna – senatrice e sopravvissuta all’Olocausto – che da mesi vive sotto scorta proprio perché vittima di frasi ingiuriose e minacce. I genitori, sconvolti, si sono rivolti alla dirigenza scolastica per provare ad arginare il danno, magari con delle scuse da parte della docente. Ma ciò è servito a ben poco, perché – secondo i racconti di una mamma – la professoressa in questione non è nuova a esternazioni del genere, e pare che abbia tessuto le lodi di Mussolini, in classe.
Dalla segreteria regionale del PD Toscana, le parole di Valerio Fabiani sono di forte biasimo per la docente, di solidarietà per Liliana Segre e di grande ringraziamento per l’alto senso civico mostrato dai ragazzini, che non hanno esitato a raccontare alle famiglie l’increscioso fatto.