“Braccia tolte all’agricoltura”. Mai definizione fu così azzeccata come nel caso della scuola a indirizzo dello spettacolo Itsos Albe Steiner di Milano. Il dirigente scolastico Domenico Balbi infatti l’ha presa alla lettera e manda a zappare gli studenti indisciplinati.
Basta multe o sospensioni, sono inutili. Molto meglio pagare il proprio “debito con la giustizia” lavorando per la collettività: raccolta di pietre e scarti del giardino, abbattimento alberi malati, manutenzione del parco e dell’orto. Ecco le mansioni che il preside ha deciso di infliggere agli studenti indisciplinati.
“Se trovo gli studenti a fumare all’interno o all’esterno della scuola, dovrei fargli una multa di 27 euro che preferisco commutare in lavoro”. Questo il commento del diretto interessato.
I risultati sono vari e molto incoraggianti. Se all’inizio i ragazzi prendevano la cosa come un gioco e sembravano divertiti dall’idea dei “lavori forzati”, dopo poco hanno capito che sarebbe stata dura e hanno compreso il senso della fatica.
La scuola, da un po’ di tempo a questa parte, ha un nuovo orto sul retro e un giardino fiorito, curato e sempre pulito.
Un metodo educativo che il preside Balbi aveva messo in chiaro da subito con i genitori dei ragazzi e con il personale scolastico, e che non soltanto è stato recepito da tutti, ma anche molto apprezzato.
Il problema del tabacco muta in parte in una risorsa, un gesto di maleducazione si trasforma in un fiore, la mancanza di rispetto delle regole diventa un’occasione per imparare l’educazione civica e fare qualcosa di costruttivo.
Il dirigente scolastico lavora insieme ai ragazzi, non potendo permettersi altro personale dedicato a questo mansioni. Oggi la scuola ha un orto e un giardino, presto avrà anche un pollaio e probabilmente un progetto comunale sull’apicoltura.
Questa non è soltanto una bella trovata, ma il frutto della passione che il preside Balbi mette nel suo lavoro. E pensare che fino a 4 anni fa era faceva l’avvocato a Napoli. Forse per questo ha capito prima degli altri colleghi che le sanzioni pecuniarie non servono per educare i ragazzi al rispetto delle regole. Almeno non quanto il sudore della fronte.