Negli ultimi giorni si sta discutendo riguardo la necessità di posticipare la scadenza, fissata al 10 luglio, per quel che riguarda la presentazione della certificazione definitiva alle scuole che provino l’avvenuta vaccinazione. Questo occorrerebbe per l’iscrizione all’anno scolastico 2018/2019.
La decisione di posticipare tale scadenza deriva dalle ultime dichiarazioni politiche riguardo ai vaccini, in particolare quelle che hanno affermato che 10 vaccini siano troppi. Questa affermazione comunque è stata in parte “ammorbidita” dal neoministro della Salute Giulia Grillo che ha dichiarato: “I vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria e a livello politico vanno discusse solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione”
Si ricorda che le vaccinazioni obbligatorie sono le seguenti: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella.
Intanto sono piovute delle critiche riguardo le azzardate affermazioni del Ministro Salvini, in particolare provenienti dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps): “Le dichiarazioni in merito alle vaccinazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcuni membri del Governo non possono non preoccupare, in quanto sembrano evidenziare un’inadeguata conoscenza del grave pericolo tuttora rappresentato dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni, e fanno temere che, in nome di posizioni ideologiche prive di fondamento scientifico, si rischi di perdere quanto di buono è stato realizzato anche nel nostro Paese nella lotta contro queste malattie“.
A proseguire le critiche ci pensa Luciano Pinto, vice presidente della Sipps Campania: “Si è affermato che 10 vaccini obbligatori sono inutili e in parecchi casi pericolosi se non dannosi chi ha espresso questo parere sembra del tutto ignaro delle motivazioni che avevano indotto ad estendere da 4 a 10 il numero dei vaccini obbligatori, e dimostra di non sapere nulla della reale situazione epidemiologica, in Italia e negli altri Paesi, delle malattie che i vaccini prevengono“