Nella scuola, nel nuovo contratto di lavoro, si interviene in modo piuttosto deciso su alcune tematiche tra cui spicca l’introduzione al diritto alla disconnessione (ovvero si parla dei “criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione) (articolo 22 comma 5 lettera c, punto c8)”
In questo modo si va a tutelare l’ambito familiare dei docenti, eliminando quindi l’eventuale invasività da parte del datore di lavoro, consentendo al dipendente di non rimanere sempre connesso e raggiungibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Sarà quindi la contrattazione di scuola a delineare i tempi e i modi in cui il dirigente scolastico potrà rivolgersi al personale per ottenere informazioni per quel che riguarda l’ambito lavorativo.
Le nuove tecnologie hanno investito in pieno i docenti: la crescita esponenziale dei social network, le email e la segreteria digitale hanno contribuito ad eliminare in modo non indifferente la sottile linea che separa la persona come individuo e la persona come insegnante. Questa perenne reperibilità è diventata una caratteristica che non dovrebbe competere ad un insegnante, ed è per questo motivo che è stato concepito il diritto alla disconnessione.
La propria prestazione lavorativa per quel che riguarda l’ambiente digitale quindi deve svolgersi all’interno di un definito orario di lavoro. Gli insegnanti quindi possono finalmente essere liberi di vivere la loro familiarità, non venendo dunque più contattati nel cuore della notte, fuori gli orari di servizio o nei giorni festivi.
Le nuove tecnologie senza dubbio sono utili ai fini dell’insegnamento ma non devono diventare strumenti atti ad invadere l’intimità dei docenti. È necessario quindi garantire il benessere e la dignità del lavoratore, diritti che possono essere garantiti concedendogli il diritto alla disconnessione.