Nell’intervista a La Stampa, Giorgio Pasotti ha espresso la sua preoccupazione per il crescente fenomeno della violenza contro le donne. Durante il recital “Quello che gli uomini non dicono” al Teatro Franco Parenti di Milano, l’attore ha letto la toccante lettera di Franca Rame, scritta dopo il suo tragico assalto.
Pasotti ha evidenziato come la violenza attuale sia diventata indiscriminata, amplificata da una subcultura che non accetta i progressi delle donne. Riflettendo sui cambiamenti nel corso del tempo, l’attore ha ricordato la sua giovinezza, caratterizzata dalla paura del rimprovero paterno e dal controllo sociale, elementi che, secondo lui, contribuivano a mantenere un ordine sociale.
L’attore ha sottolineato il cambiamento nei valori, lamentando un atteggiamento giustificazionista diffuso, con genitori che difendono i propri figli anziché correggerli. Ha enfatizzato l’importanza di educare attraverso l’esempio, un messaggio cruciale per chiunque si trovi sotto i riflettori pubblici. Pasotti ha criticato la cultura popolare, inclusi generi musicali come la trap e il cinema, per promuovere modelli discutibili che influenzano negativamente i giovani.
Mentre l’attore si impegna nell’educazione della sua figlia adolescente, ha riconosciuto che l’impatto dei genitori è limitato senza il sostegno della società più ampia. Pasotti ha enfatizzato la necessità di un impegno collettivo nella lotta contro la violenza sulle donne. Ha sottolineato il ruolo cruciale della scuola nell’educare alla parità, ma ha anche riconosciuto le sfide poste dall’atteggiamento difensivo dei genitori: “Cosa possono fare gli insegnanti se i genitori li attaccano non appena il loro bambino viene rimproverato?“.