Un sacerdote chiamato a benedire una scuola della provincia di Udine è stato fermato al momento del “Padre Nostro” dall’insegnante perché “non è consentito”.
Rispetto per le altre religioni, forse, ma atto decisamente imbarazzante per il povero parroco. Il consigliere regionale Mauro Di Bert ha dichiarato: “Nel suo intervento aveva invitato alla tolleranza nei confronti degli altri, spiegando che l’ora di religione serve anche a educare alla convivenza. Chi ha invitato il parroco lo ha fatto per garantire la benedizione con rituali che conosciamo, salvo poi fermarlo dinanzi a tutti. Recitare in pubblico il Padre Nostro, la preghiera con cui tutti siamo cresciuti, viene ritenuto un atto “politicamente scorretto”, da proibire in pubblico. Non sono affatto d’accordo con questa impostazione culturale, che con la scusa di non urtare la sensibilità di persone che possono pensarla in maniera diversa, rischia di estraniarci non solo dai nostri valori, ma anche dalle nostre tradizioni.”
Anche il primo cittadino del paese, Andrea De Nicolò, è di questo parere: “Per quanto ci riguarda, quella preghiera non ledeva la sensibilità di chi abbraccia altre confessioni religiose, ma anzi, proprio per come era stata posta dal parroco, poteva essere un arricchimento. Tutti, io per primo che sono cattolico praticante, siamo rimasti spiazzati tanto quanto il parroco. A breve inaugurerò la biblioteca e le tribune nel campo sportivo, con tanto di benedizione“.