I bambini, così come gli adulti, non sono tutti uguali. La nostra ricchezza è proprio nella diversità, nel diritto che abbiamo di essere diversi dagli altri. Molto spesso però siamo portati a fare dei paragoni.
Succede in famiglia tra fratelli e sorelle, ma anche a scuola con gli altri bambini. Ed è raro che il paragone nasca dai più piccoli: siamo noi adulti a voler cambiare un bambino, modellandolo per farlo somigliare ad un altro. Il bimbo più bravo a scuola non è sempre migliore di quello che non raggiunge risultati brillanti. E’ solo più portato per gli studi.
Dopo anni di pedagogia dovremmo aver capito che la cosa migliore è avvicinarsi al bambino più carente e cercare di scoprire i suoi talenti nascosti senza salire in cattedra. Invece giudichiamo sempre e facciamo paragoni sbagliati, perché gli adulti devono far sapere al mondo che il loro giudizio è grande e indiscutibile.
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Bisogna resistere al bisogno di fare paragoni. Se neghiamo il valore della diversità danneggiamo l’autostima dei bambini, convincendoli che sono loro ad essere sbagliati. Confrontare i più piccoli è sempre distruttivo, meglio parlare loro singolarmente, valutandoli come essere umani unici.