Roberto ha 18 anni, vive nel comune di Spino d’Adda, provincia di Cremona e frequenta l’Itis Galilei di Crema.
Roberto, un diciottenne sulla carta come tanti, in realtà è un ragazzo speciale: sin dall’età di 7 anni si occupa della sua mamma e del suo papà, malati, e della sorellina Michela di 11 anni, a cui è stata diagnosticata una sindrome autoimmune.
Frequentava solo la seconda elementare quando la madre Rosarita di 49 anni, ha cominciato a soffrire di una grave patologia articolare, che da anni ormai, le impedisce di uscire di casa.
“Notavo che mia madre faceva sempre più fatica a prepararmi la colazione. Alcuni giorni mamma ha dei dolori indescrivibili e non ha la forza di alzarsi. Ho cominciato a fare quello che fanno tutte le madri: di mattina mi sveglio e vado da mia mamma, se sta male sto a casa da scuola e resto con lei. Da piccolo, nelle emergenze, chiamavo mio padre al lavoro, parlavo con i suoi colleghi e gli chiedevo di tornare” ha raccontato Roberto al Corriere della Sera.
Purtroppo, successivamente anche il papà Bruno, che fino a quel momento condivideva con Roberto le pene di casa, è stato colpito da un infarto e ricoverato d’urgenza.
“Ogni settimana vado al supermercato. In bicicletta, però, perché non ho ancora la patente. Poi mi occupo della casa, faccio le pulizie e spesso cucino. E poi ci sono le bollette da pagare, le commissioni in farmacia: anche a quelle penso io”, ha spiegato.
Roberto, che giocava da portiere di calcio nelle squadre giovanili, ha dovuto a quel punto rinunciare alla sua passione ed aiutare i suoi genitori anche nell’accudimento della sorellina.
“Cerco di dare a mia sorella un po’ di serenità. Di sera le controllo il diario e mi assicuro che abbia fatto tutti i compiti. Quando sono andato a colloquio dalla sua professoressa mi sono sentito più che un fratello maggiore. Ho capito che nella vita sono le difficoltà a spaventarci, ma se ci si aiuta tutto diventa più facile” ha dichiarato Roberto.
Nonostante tutti questi impegni familiari, Roberto frequenta con successo la scuola, chiudendo l’anno scolastico con una media di voti pari a 8.4 e anche se lui si sente un ragazzo normale, sia la provincia che il comune hanno invece notato i suoi eccezionali pregi, conferendogli dapprima il premio “Bontà” e successivamente il titolo di “Cittadino dell’Anno”.