Non è mai bello fare una graduatoria dei lavori, anche perché, giustamente, ognuno reputa che quello che svolge sia, nella realtà, il più difficile. Pur tuttavia, non si può rimanere insensibili ad una dichiarazione così autorevole come quella espressa dal Santo Padre Papa Francesco.
Non per nulla, Papa Francesco ebbe da dire che “fare l’insegnante è un lavoro bellissimo, ma purtroppo malpagato”.
Se a questa osservazione proveniente da una così integerrima figura, come lo è quella di Papa Francesco, si aggiunge che questa sua esternazione è datata marzo 2015, viene quasi da rimanere basiti. Infatti, nonostante i vari mesi trascorsi nulla è stato fatto e nulla si è provveduto a fare.
In poche parole, chi ha il dovere e l’autorità per farlo, se ne ben guardato di prestare attenzione a un così importante richiamo. In pratica, quindi, fare l’insegnante rimane un lavoro bellissimo, pur tuttavia è ancor oggi purtroppo malpagato.
La cosa poi che ha del paradossale, anche se è tipicamente italiana è che l’ultimo rapporto Mef, cioè del Ministero dell’Economia e delle Finanze “denuncia la grave situazione degli stipendi dei docenti in Italia”.
Verrebbe da dire “Se non son matti non li vogliamo”. Ma vediamo, al di là di tante importanti voci, di comprendere il punto focale della questione.
Partiamo, con il ricordare che è a far data 2009 che lo stipendio del personale scolastico è di fatto congelato, a causa del non avvenuto rinnovo contrattuale. In pratica, si è di fronte ad una situazione che è veramente insostenibile, per non dire qualcos’altro.
Se da una parte il Ministero delle Finanze parla chiaramente della situazione, dall’altra parte i sindacati confederali Uil, Cisl, Flc-Cgil e Snals Confsal, a loro volta denunciano che con l’aumento dell’inflazione i salari dei lavoratori scolastici sono stati ulteriormente ed inesorabilmente erosi.
Quindi, in una commedia tutta Italiana, Papa Francesco “denuncia”, il Mef “denuncia”, i sindacati “denunciano”, ma agli insegnanti, dopo tutte queste “denunce”, nulla è cambiato, anzi.
Anche se non è bello, se si guarda in casa Irlanda, Germania e Finlandia, si andrà a scoprire che gli stipendi del corpo docenti sono stati aumentati.
Per quanto verte gli stipendi, il rapporto Italia – Ue parla chiaro. Infatti, in Italia, per la scuola primaria il minimo annuale è di 22.903 euro, il massimo è di 33.740 euro. La media europea vede un minimo annuale di 26.212 euro e un massimo di 43.416. Nella scuola secondaria di primo grado in Italia il minimo annuale è di 24.669 euro e il massimo di 37.055. I colleghi europei hanno, invece, un range che è compreso tra i 28.182 euro annuali minimi e i 47.295 euro annuali massimi.
Nulla cambia nella scuola secondaria di secondo grado. In Italia un professore prende all’anno un minimo di 24.669, contro i 28.956 euro minimi della media UE, un massimo di 38.745 euro contro i 48.670 euro Ue.
Le parole di fronte a tutto ciò non possono certamente esprimere in maniera compiuta lo spirito che aleggia tra gli insegnanti. Un malumore che comunque non investe minimamente la loro capacità di essere insegnanti e svolgere un bellissimo mestiere.
Peccato, però, che è dal 2009 che sindacati e governi non siano capaci di trovare un serio accordo che possa permettere, finalmente, il rinnovo contrattuale.