Omicidio Sacchi, si delinea sempre meglio l’impianto accusatorio: la fidanzata Anastasiya e altre cinque persone, fra cui un amico della vittima, a giudizio immediato. Quella che sembrava una brutta rapina finita molto male, adesso è un vero e proprio caso di cronaca nera, con un omicidio e presunti colpevoli.
Le indagini, che durano ormai da mesi, hanno portato all’approvazione della richiesta di giudizio immediato per sei persone, e sciolgono sempre più il quadro intricato dietro cui si nasconde la verità dei fatti. Quella verità che tutti aspettano, per l’omicidio di Luca Sacchi, morto per un colpo di pistola la notte del 23 ottobre, a soli 24 anni.
L’impianto accusatorio, che prende sempre più corpo dopo le indagini condotte dalla pm Nadia Plastina, punta il dito su sei persone in tutto, per le quali non ci sarà udienza preliminare. Gli indagati sono di due nature distinte ma convergenti: i killer e e quelli che erano coinvolti nel giro della droga.
Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i primi a essere fermati, sono chiaramente gli esecutori materiali dell’omicidio, nonostante abbiano affermato di non voler uccidere Luca, ma soltanto impossessarsi dei soldi per l’affare di droga che stavano trattando quella funesta sera. Insieme a questi, altri due coinvolti: Marcello e Armando De Propris, rispettivamente per concorso in omicidio il primo, per detenzione d’arma e spaccio il secondo.
Ai quattro di cui sopra, si aggiungono due personaggi vicini, molto vicini a Luca: la fidanzata e l’amico Giovanni Princi, entrambi accusati di spaccio. Sin da subito, gli inquirenti avevano trovato poco credibile la versione della ragazza, soprattutto riguardo l’ingente somma di denaro che Luca aveva con sé.
Buona parte dei risultati di indagine si deve alle ricerche condotte fra le chat degli indagati e fra quelle di Luca con Anastasiya. Queste ultime rivelano un rapporto conflittuale, rabbioso, per nulla sereno. Messaggi che sicuramente saranno protagonisti durante l’imminente processo ai sei indagati.