Solitamente i genitori si dicono orgogliosi dei propri figli. Già dalla tenera età tempestano le loro creaturine di foto e video: un ricordo che si spera resti incancellabile.
Tutto questo ovviamente va bene, è importante per l’essere umano custodire gelosamente i propri ricordi. C’è però qualcosa che fa storcere il naso, ovvero la condivisione social.
Spesso i bambini in tenera età, dopo esser stati fotografati, vengono condivisi sui social senza pietà. Una volta per far vedere a tutti le belle scarpine, un’altra volta per far vedere a tutti la cosa simpatica che ha fatto al parco e così via. Ma perché questa cosa deve seriamente preoccupare il genitore? Andiamo con ordine.
Innanzitutto, è bene ricordarlo, i genitori devono prendere delle decisioni al posto del bambino. Infatti dubito fortemente che chiedano il consenso al piccolo per poter pubblicare la foto. La pubblicazione quindi già dal principio non è proprio eticamente corretta. Caro lettore, ti infurieresti se un tuo amico pubblicasse una tua foto senza chiederti il permesso? Appunto.
Oltre al motivo etico, se ne cela un altro molto importante e a cui bisogna prestare la dovuta attenzione. Molte persone badano poco riguardo le impostazioni della privacy dei social network e in particolar modo su Facebook. Capita dunque che tutto ciò che viene pubblicato dall’utente sia di dominio pubblico e quindi consultabile e condivisibile da chiunque.
Questo cosa significa? Significa che la foto del bambino che fa la cosina buffa può essere condivisa da chiunque oppure salvata sul proprio PC/smartphone. Qui è il caso di aprire una parentesi: la pedofilia.
Citando Wikipedia la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella perversione sessuale da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non sono ancora sessualmente maturi, cioè che sono in età pre-puberale. Quindi queste persone, una volta venute in possesso delle fotografie prese sui social (non per forza ritraenti bambini nudi, possono essere anche semplicemente foto di bambini), potrebbero intrattenersi con una fantasia sessuale. Questo non si tradurrebbe in reato poiché l’uomo concretamente non fa nulla al bambino ed inoltre le foto in suo possesso non sono pedopornografiche e prese in maniera del tutto lecita. Quindi meglio fare attenzione.
Anche chi ha il profilo privato su Facebook deve prendere alcune precauzioni: infatti i propri amici potrebbero venire hackerati, e quindi le foto possono essere comunque prese.
Insomma, le fotografie dei propri figli è meglio tenerle per sé.