Francesco Nalini, CEO di Carel e responsabile dell’educazione per Confindustria Veneto est, ha condiviso le sue prospettive sulla riforma dell’istruzione tecnica e sull’introduzione dei licei “Made in Italy” in un’intervista al Corriere della Sera.
Nalini ha dichiarato: “Le sperimentazioni sono pensate per essere testate, e se non funzionano, è possibile cambiare rotta“. Questa flessibilità è cruciale per migliorare il sistema educativo, specialmente per quanto riguarda la formula 4+2 nei tecnici e l’istituzione dei licei “Made in Italy”.
C’è una differenza significativa tra le esigenze delle aziende e i profili formati a scuola. Nalini ha confermato: “I numeri confermano chiaramente la presenza di questa discrepanza“. Nel Veneto, il 54,8% dei profili richiesti dalle imprese è difficile da trovare, superando la media nazionale del 48,5%. Questo divario ha un impatto negativo sul Pil e sulle opportunità economiche aziendali.
I principali problemi identificati da Nalini includono il declino demografico, la disparità di genere nelle discipline tecniche e l’emigrazione dei giovani talenti verso regioni come l’Emilia Romagna, la Lombardia o all’estero.
Nalini ha espresso un giudizio positivo sulla riforma 4+2 e sul liceo “Made in Italy”, enfatizzando l’importanza dell’esperienza pratica in azienda per lo sviluppo delle competenze.
Sul tema dell’orientamento, ha spiegato: “L’orientamento è la parte più critica. Scegliere il proprio futuro implica considerare le proprie attitudini e capire le esigenze del mercato del lavoro. È fondamentale superare i pregiudizi, come quello che suggerisce che tutti gli studenti bravi debbano frequentare il liceo classico. Spesso, gli studenti prendono decisioni errate e si trovano poi frustrati nel mondo del lavoro che non li accoglie. È qui che dobbiamo intervenire. C’è ancora molto da fare“.