Ogni qualvolta arriva il momento,
mi sento prendere dallo sgomento,
guardo i miei alunni, han mente e cuore,
come può un numero dirne il valore?
Ognuno ha una storia, ognuno è sé stesso,
viene da un luogo e va in luogo diverso,
procede con passo più o meno spedito,
ma quello che conta è che ognuno è partito
e non è l’andatura la cosa importante,
ma è quell’incedere continuo e costante.
Non si può punire col voto più basso
chi, suo malgrado, ha più lento il passo.
Il voto è ingiusto, è diseducativo,
dà premi e castighi, non è mai obiettivo,
può punire qualcosa di cui colpa non si ha
e distrugger la voglia di andare più in là.
Si può, con un voto, fermare un movimento
e condizionare un futuro cambiamento
perché spesso un bambino, davvero, si sa,
“Fa quel che può, quel che non può non fa”.